Jesi-Fabriano

Piazza Fontana, Jesi ricorda la strage 48 anni dopo

Una corona di fiori, canzoni e poesie per commemorare le vittime di una delle pagine più nere della nostra storia. È l'iniziativa organizzata, ieri sera 12 dicembre, nell'atrio del comune, dal Centro Studi Fabbri di Jesi a cui hanno preso parte anche associazioni ed esponenti politici

L'iniziativa per la commemorazione della strage di Piazza Fontana nell'atrio del Comune di Jesi
L'iniziativa per la commemorazione della strage di Piazza Fontana nell'atrio del Comune di Jesi

JESI – Una corona di fiori, canzoni e poesie ieri sera per ricordare il 48esimo anniversario della strage di Piazza Fontana.

All’iniziativa organizzata dal Centro Studi Fabbri di Jesi hanno preso parte anche associazioni ed esponenti politici. Nell’atrio del Municipio la lapide dedicata a «tutte le vittime di 25 anni di stragi impunite in loro onore il nostro impegno passato, presente futuro nelle lotte per la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale».

L'atrio del palazzo comunale in cui, ieri sera 12 dicembre si è ricordato il 48esimo anniversario della strage di Piazza Fontana
L’atrio del palazzo comunale in cui, ieri sera 12 dicembre si è ricordato il 48esimo anniversario della strage di Piazza Fontana

Nell’anniversario di piazza Fontana, davanti alla lapide dedicata a Pinelli e ai morti per le stragi di quegli anni, nell’atrio del palazzo comunale, anche il consigliere comunale Samuele Animali, Jesi in Comune: «L’unica brutta sensazione guardando i presenti e ripensando a tanti episodi piccoli e grandi di questo periodo, è che l’antifascismo sta diventando memoria di una minoranza. Dimenticando che si tratta di uno dei valori fondamentali su cui riposa il nostro patto di convivenza, la Costituzione». Presente anche l’Arci Jesi-Fabriano che ha condiviso l’evento del Csl Luigi Fabbri e deposto i fiori sotto la lapide dedicata «ai morti di piazza Fontana, al ferroviere Giuseppe Pinelli», nel 48° anniversario della strage del 12 dicembre 1969. «Piazza Fontana è il simbolo condiviso di una memoria antifascista che oggi è di nuovo chiamata a rendersi visibile e attiva – spiegano gli anarchici – Anche a Jesi, come nel resto del paese e dell’Europa, il vento di un populismo viscerale soffia sul malcontento diffuso facendo leva sulle menzogne storiche, sulle guerre fra poveri, su facili parole d’ordine che esasperano gli animi e inaridiscono i cuori. E soprattutto non forniscono alcuna soluzione ai problemi socioeconomici».