JESI – In lacrime anche la tromba che ha intonato “Il Silenzio” accanto al feretro del bersagliere Piero Corsetti, 78 anni, deceduto ieri.
A suonarla il figlio Marco, che non ha retto all’emozione, alla fine, durante il rito funebre officiato dal parroco, don Claudio Procicchiani, nella chiesa di San Giovanni Battista – San Filippo – nel primo pomeriggio di oggi, 4 dicembre.
Piero Corsetti, di Monsano, è stato una delle anime della sezione Bersaglieri “Guido Giovagnoli” di Jesi, contribuendo, quaranta anni fa, alla sua rinascita, alla fondazione della fanfara e alla promozione del monumento al bersagliere – in memoria di Giuseppe Riccardi, medaglia d’oro al valor militare – che si trova nei giardini degli Orti Pace, in via Setificio, dove ogni 20 luglio vengono commemorate la battaglia di Montegranale e la liberazione di Jesi nel 1944.
E in tanti gli hanno voluto tributare l’ultimo saluto. In molti con il pennacchio nero di piume di gallo cedrone, che distingue il tipico cappello. In tanti per lui che stavolta, come proprio i bersaglieri dicono in queste circostanze, «è corso avanti».
Presenti, insieme al presidente regionale dell’associazione, Giuseppe Lucarini, rappresentanze delle sezioni di Ostra, Serra de’ Conti, Acqualagna, Macerata, Castelfidardo, Fabriano, Osimo e 19 elementi della fanfara diretta dal maestro Gabriele Buschi di Ostra.
La fanfara, composta da musicisti di Jesi, Ostra e Acqualagna, ha accolto le spoglie, schierandosi in corso Matteotti, dove le note delle trombe hanno risuonato, a lato della chiesa e ha accompagnato anche la parte finale del rito – condotto musicalmente all’organo da Luca Rocchetti – intonando la canzone, tra la palpabile commozione generale, “Il reggimento di papà“, alla quale Piero Corsetti era molto legato, la sua preferita.
Poi, l’ha salutato, prima della partenza per il cimitero di Monsano, con l’inno di Mameli preceduto dalla chiamata del suo nome e la risposta “Presente“.
«Ci accoglievi sempre con carezze e abbracci», hanno ricordato due degli otto nipoti «oggi la benedizione te la diamo noi».
E la preghiera del bersagliere, letta da Franco Morresi, di Ostra, che, in conclusione, recita: «Ascolta o Dio Onnipotente la voce di chi solo a te si arrende».