JESI – Dall’inizio dell’anno una contrazione notevole dei furti con aumento altrettanto notevole delle persone arrestate.
Nello stesso periodo dello scorso semestre (gennaio-giugno 2016), infatti, arrestate 48 persone contro le 94 di quest’anno.
Le ultime tre, in ordine di tempo, quelle che componevano la banda degli assalti alle sedi delle poste, avvenuti sia nelle nostra provincia che in altre zone centrali della penisola, ammanettate dai Carabinieri di Jesi al termine di una brillante operazione proprio la scorsa settimana.
Al comandante della Compagnia Carabinieri di Jesi, maggiore Benedetto Iurlaro, il prossimo 28 settembre saranno due anni dal suo insediamento, chiediamo allora un bilancio di questo primo semestre 2017.
«C’è stata una forte contrazione dei reati sul territorio, meno 12% – sottolinea il comandante – e parallelamente un maggior numero di arresti, il doppio quasi rispetto all’anno scorso. Per le denunce che noi facciamo siamo sullo stesso livello precedente: sono state di più rispetto ai reati commessi e scoperti, che anche in questo caso sono del 5% in più. I dati parlano chiaro e evidenziano il costante impegno, quotidiano, dei Carabinieri».
Quindi vuol dire che c’è più prevenzione o chi delinque lo fa in misura minore?
«Sicuramente il dato degli arresti ci porta a pensare che, evidentemente, c’è più prevenzione e, quindi, anche più repressione. Laddove, faccio il tipico esempio, vengano fermate vicino a una banca due persone in possesso di un passamontagna, evidentemente è in atto una buona prevenzione che ha portato a reprimere un tentativo di reato».
Se si può fare una “classifica”, qual è il reato più diffuso sul territorio?
«Il furto, certamente. Anche se c’è stata una contrazione, con 215 in meno nel periodo. Siamo passati, infatti, dai 900 dello scorso anno, sempre nel primo semestre, ai 685 attuali, quasi un 25% in meno. Il sistema di prevenzione ha funzionato insieme alla sicurezza partecipata da parte dei cittadini».
Ecco, la sicurezza partecipata. A che punto siamo? La gente segnala, vi contatta, si avvicina, parla con voi?
«Sì, anzi va evidenziato il fatto che ci si rivolge a noi con fiducia più di quanto non avvenisse prima. Come Arma – a livello generale – procediamo, in percentuale, per una mole molto ampia di reati e la sicurezza partecipata è divenuta componente essenziale nell’ultimo periodo. Da parte nostra cerchiamo di diffondere il più possibile questo tipo di cultura attraverso conferenze e incontri, soprattutto nelle scuole. La vicinanza ai Carabinieri può far raggiungere risultati eccellenti. Con la collaborazione attiva della gente riusciamo a dare risposte a tanti problemi».
E gli jesini come si comportano in tal senso?
«Debbo dire che sono davvero molto molto collaborativi con l’Arma».
Di notte come viene presidiato il territorio della Compagnia? (ricordiamo che comprende tutta la Vallesina, a eccezione di CupraMontana, e si spinge anche sino a Chiaravalle, Monte San Vito, Santa Maria Nuova e Filottrano).
«Mediamente abbiamo tre auto di notte. Qui a Jesi sempre una per tutte le 24 ore, per tutto il territorio altre due. A volte anche più mezzi per servizi straordinari. Questo succede quando abbiamo sentore che un determinato fenomeno illecito stia prendendo campo. Il nostro intervento è immediato proprio per sradicarlo sin dalla radice. Quando abbiamo contezza, per esempio, che in una determinata fascia oraria o in una determinata zona si sono verificate una serie di truffe, cerchiamo di mettere in atto servizi mirati. O, nel caso di una eccessiva concentrazione di giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti o alcoliche, ecco che concentriamo lì la nostra attività. Per non parlare dei controlli in vicinanza delle discoteche, che rientrano in un progetto di sicurezza generale che noi perseguiamo in ogni momento. E questo avviene anche per i furti. Ma lo facciamo anche per sventare tante altre situazioni che tentano di impiantarsi sul nostro territorio».
Lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti hanno risvolti sociali che colpiscono sempre l’attenzione…
«È evidente che un ragazzino il quale viene coinvolto in “giri strani” avrà sicuramente il futuro rovinato. Quindi cerchiamo di contenere e contrastare nel migliore dei modi lo spaccio sul territorio, parallelamente a tutte le altre attività investigative messe in atto per contrastare gli altri reati. Diciamo, al proposito, che i risultati stanno dando ragione alla strategia che abbiamo adottato. Dall’inizio dell’anno, infatti, sono ben 17 gli arresti operati per spaccio e notevole il quantitativo di droga sequestrata».
E poi ci sono le persone anziane vittime dei truffatori e dei falsi Carabinieri…
«Questo è uno dei reati più biechi. Noi Carabinieri, intanto, siamo facilmente riconoscibili, se non siamo in divisa dobbiamo esibire il tesserino di riconoscimento. E, soprattutto, non chiediamo mai soldi. Inoltre, la risoluzione della problematica esposta non avviene mai a casa. Si viene eventualmente convocati in caserma. Qualsiasi persona non rispetti questi due requisiti è un truffatore. Come tale va immediatamente denunciato chiamando subito il 112. Noi siamo sempre e comunque pronti con una pattuglia a intervenire nel caso le potenziali vittime ci facciano sapere cosa stia succedendo».