Jesi-Fabriano

Jesi, si litiga sull’ “omaggio” a medici e infermieri in prima linea contro il Covid-19

Discussione interminabile in consiglio comunale. I gruppi di maggioranza difendono la proposta di manifestare gratitudine agli operatori sanitari, l'opposizione si defila

Ospedale Carlo Urbani

JESI – Un monumento agli operatori sanitari così da manifestare gratitudine per la loro lotta, in prima linea, contro il Covid-19, nonché l’istituzione di una borsa di studio a sostegno di un progetto nell’ambito della salute pubblica. È quanto hanno proposto i gruppi di maggioranza in aula consiliare, approvando la mozione. Ma senza l’appoggio dell’opposizione. Emergono gli attriti.

«Evidentemente per qualcuno – scrivono Jesiamo, Jesinsieme e Patto x Jesi, che da soli hanno ratificato la richiesta all’amministrazione -, questo scampolo di storia, un’emergenza drammatica soprattutto nei mesi di marzo ed aprile, che ha visto quasi tutti i mondi fermarsi eccetto quello sanitario coinvolto in ogni suo ambito con ritmi e condizioni di lavoro senza precedenti, non deve essere custodito come memoria da trasmettere e consegnare al nostro futuro. Invece siamo convinti sia stata una fase estremamente complessa e crediamo necessiti di essere mantenuta viva nella coscienza delle nuove generazioni. È opportuno che sia tracciata la memoria, perché proprio in questa stagione è stata ribadita l’importanza e la vitalità di alcuni principi fondanti della nostra Costituzione: sanità pubblica, valore dell’etica del lavoro, spirito di sacrificio e senso della responsabilità personale. Con tutto quello che è accaduto, rafforzato dalla toccante testimonianza del Sindaco di Codogno di poche ore prima in consiglio comunale, ancora ci chiediamo come sia possibile essere contrari a tutto ciò».

A replicare è Samuele Animali di Jesi in Comune. «I manufatti artistici parlano dei valori di chi li fa realizzare prima ancora del “soggetto” che rappresentano. non stupisce dunque che questa amministrazione in particolare sia ossessionata dai monumenti (Federico II, Pergolesi e ora gli infermieri) – sostiene l’esponente della minoranza -. Anche perché i monumenti costano (relativamente) poco e rendono molto in termini di visibilità. Per inciso, si tratta di un’opzione di spesa che rappresenta una chiara scelta di indirizzo per un’amministrazione che in passato ha lesinato somme estremamente più contenute per altri gesti simbolici come l’adesione all’Istituto Cervi o alla marcia per la pace Perugia-Assisi. Precisato che i privati fanno quello che vogliono (e da questo punto di vista è molto bello il gesto dell’associazione islamica che ha realizzato un suggestivo pannello fotografico), io penso che per le amministrazioni dovrebbero invece parlare le scelte pubbliche. Abbiamo evidenziato già in altre occasioni che ci si doveva e ci si dovrebbe concentrare sulle conseguenze della carenza di DPI nelle fasi più drammatiche dell’emergenza o sulla dotazione di personale e sui loro contratti. E poi da consiglieri comunali dovremmo ribadire il valore di un servizio sanitario pubblico ed universale, che le amministrazioni di ogni livello e colore politico hanno fatto di tutto per smantellare. Tutti in Consiglio comunale abbiamo convenuto che mettere una targa di ringraziamento presso l’ospedale Carlo Urbani a ricordare l’impegno e il sacrificio degli operatori tutti durante questa emergenza sarebbe un gesto significativo. Meglio aspettando la fine della pandemia, come logica vorrebbe. Avevamo dunque proposto il rinvio di questa mozione in cui si fa grande sfoggio di retorica, parlando di guerre, di trincee e di nemici, aggirando le vere questioni politiche messe a nudo dagli eventi di questi mesi. Se si parla di “altro”, per di più in maniera assolutamente retorica, come in questa mozione, il tutto si riduce ad una fabbrica di cerimonie ad uso e consumo del politico di turno e ad una pacca sulla spalla per lavoratori e cittadini. Pare ragionevole, dunque, chiamarsi fuori».

«La maggioranza, non riesce mai, nemmeno stavolta, a mostrare di saper costruire momenti di condivisione, né con la città, né con il consiglio comunale – tuona Stefano Bornigia, segretario del Pd -. Il suo idillio politico, oramai post trasversale, non le consente infatti di dialogare con i genitori della scuola Martiri, riuniti in protesta avanti al Comune. Come pure è costretta ad accettare il rinvio dei lavori di Corso Matteotti , grazie alla battaglia dei commercianti, che hanno dovuto affrontarla. Ed in ultimo, si autocelebra,  per l’approvazione, ancora in piena Emergenza Covid, per la redazione di una mozione utile all’installazione di un monumento agli “angeli bianchi” in guerra ed in trincea.  E lo fa pur in assenza della condivisione di tutto l’arco di forze politiche di consiglio comunale, che avevano chiesto un ritiro per poter tornare condividere un atto unitario. Si tratta pertanto di irresponsabilità politica, vista l’inopportunità della celebrazione in un contesto ancora di totale incertezza vista la perdurante emergenza Covid. E di un panegirico retorico da romanzo di guerra che non rappresenta, ne’ il nostro schema di valori, né il nostro modo di rendere omaggio all’importante servizio reso dagli operatori sanitari. Un vanto invece per questa maggioranza politica. Che vive solo di sé, nonostante le circostanze richiedano un atteggiamento diverso. Ma tant’è. Ogni questione di merito, disattesa o imposta dalle circostanze, sottolinea che le relazioni, con vari tessuti della nostra città, si stanno erodendo. L’ennesimo vanto di un civismo che raccoglie progetti e risorse altrui e che oramai è assai poco civico».