CHIARAVALLE – «Si fa presto a dire Chiaravalle più bella! E chi non la vuole, chi non la desidera!? Ma il libro dei sogni proposto dal Sindaco Damiano Costantini e dai suoi sostenitori (che ormai vanno dall’estrema sinistra all’estrema destra con diversi opportunisti dell’ultima ora pronti a salire sul carro del vincitore) non corrisponde di certo alla realtà che si vive a Chiaravalle». Questo il commento di Rinascimento Chiaravallese, movimento di centrodestra che raggruppa vari partiti politici, ai tanti interventi evidenziati dal sindaco Costantini. Un sindaco che il centrodestra chiama “Damiano Raggi”, ironizzando sulle vicende relative al degrado e ai rifiuti che coinvolgono il sindaco della capitale.
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oma è più vicina di quanto sembri – afferma Rinascimento Chiaravallese, allegando al comunicato anche una serie di foto – visto che a Chiaravalle da una parte ci sono immondizia a non finire, cassonetti pieni all’inverosimile, cartacce e rifiuti abbandonati nel bel mezzo di una piazza e di un parcheggio e dall’altra, ambulanti abusivi che vendono la loro mercanzia sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno li disturbi e faccia rispettare la legge.
Chiaravalle è solo furbescamente più incipriata e imbellettata, ma più sporca e meno legale ed è un posto dove la legge non è uguale per tutti. E si potrebbe continuare parlando delle fioriere fatiscenti della Zona a Traffico Limitato di corso Matteotti, che dovrebbero non consentire il libero accesso da parte di tutti ma solo di chi ne ha diritto ma non funzionano mai! Oppure delle proteste di decine e decine di cittadini per i topi che girano indisturbati per le strade e arrivano perfino dentro le case. Poi si potrebbe proseguire parlando dei bagni e dei servizi igienici del cimitero comunale e dell’ospedale Montessori: fulgidi esempi di come Chiaravalle sia sempre più bella! Eppure il sindaco continua ad inondarci di spot pubblicitari e belle foto che appaiono sui giornali e sui siti internet: la realtà è ben altra! Chiaravalle è una città immobile, sporca, poco sicura, dove regna la disorganizzazione e il degrado e dove non c’è possibilità di lavorare ma solo di contare i nuovi poveri».