Jesi-Fabriano

Museo Stupor Mundi, quale futuro?

Samuele Animali di Jesi in Comune presenta un'interpellanza e un'interrogazione per avere delucidazioni su costi e prospettive del contenitore multimediale di piazza Federico II

Museo Federico II Stupor Mundi

JESI – Un’interpellanza e un’interrogazione, da discutere giovedì 24 gennaio in consiglio comunale, per conoscere il futuro del museo Federico II Stupor Mundi. È quanto ha formalizzato Samuele Animali di Jesi in Comune, che vuole conoscere le prospettive del “contenitore” multimediale di piazza Federico II e i costi di mantenimento. Donato alla città dall’imprenditore Gennaro Pieralisi (leggi l’articolo), il museo è tornato operativo da qualche giorno dopo alcune difficoltà legate all’annunciato passaggio gestionale dalla Fondazione Federico II Stupor Mundi al Comune.

Animali, in particolare, chiederà all’amministrazione «di chiarire se vi siano o vi siano stati accordi anche informali con la Fondazione Stupor Mundi volti a garantire il subentro del Comune di Jesi nella gestione del Museo e, in ogni caso, se e quando il Comune di Jesi intenda assumere la gestione del Museo, direttamente, e/o attraverso la compagine della Fondazione Stupor mundi e/o per tramite di soggetti partecipati, a quali condizioni e con quale piano economico finanziario».

Non solo. Il consigliere di minoranza, da sempre vigile sulla questione, vorrà anche sapere se corrisponde al vero che «il Comune di Jesi quale socio della Fondazione Federico II Stupor Mundi si è impegnato ad erogare 500mila euro nei primi anni di vita del museo e tale impegno verrebbe meno in caso di chiusura», e se è vero che «il Comune di Jesi, sia direttamente che per tramite della sua partecipata Fondazione Pergolesi Spontini, oltre a quanto sopra specificato, ha fornito anche un contributo di carattere tecnico ed organizzativo, con prestazioni del proprio personale, installazione e manutenzione delle attrezzature, promozione e marketing ecc».

Jesi in Comune, inoltre, chiederà «se la gestione è attualmente in disavanzo», invitando l’amministrazione a rendere pubblici gli introiti registrati fino a oggi e la spesa globale sostenuta per la sua operatività.