JESI – Da sede universitaria a centro di formazione post-diploma e post-laurea. La svolta della Fondazione Colocci, pressoché obbligata a seguito della decisione della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi di non finanziare più i corsi distaccati dell’Università di Macerata, piace ad alcune aziende jesine (Apra, Loccioni, Maggioli e Teamsystem), che hanno già siglato un accordo con l’Università di Camerino per lo svolgimento di un Master di 1° livello Digital Solutions Manager. Ma i rinnovati obiettivi del palazzo ex Cuppari di corso Matteotti non convincono tutti.
«Le dismissioni continuano (azienda agricola, ostello, teatro Moriconi…). Bacci è stato anche e soprattutto un liquidatore – tuona Samuele Animali di Jesi in Comune -. È la volta dell’Università. Non è questione di chi sia la colpa (della Fondazione Carisj, dell’Università, del Comune). Ma non è vero che l’Università di Jesi “continua”. In realtà, già a partire da settembre, gli studenti si trasferiranno a Civitanova, il dipartimento ha fatto le valigie e la struttura organizzativa è stata progressivamente smantellata. Probabilmente in futuro vedremo dei master organizzati in collaborazione con Camerino, ma non ci saranno più studenti ad animare continuativamente i locali dell’ex Cuppari. Speriamo almeno di poter valorizzare questa opportunità, creando il legame tra formazione, territorio e istituzioni, mancato in questi anni. Ma si parte da zero o quasi, perché l’università è un’altra cosa. Un metodo e un seme, ha un significato economico e sociale, ha a che fare con la cultura prima che con la formazione. E questa ormai è un’occasione perduta».
A tirarsi indietro, come noto, è stata la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, comunicando all’Università di Macerata di non riuscire più a sostenere economicamente la sede distaccata. La Fondazione Colocci, dunque, si è riorganizzata e ora punterà sulla formazione post-diploma e post-laurea.
«Dopo un percorso di criticità per la Fondazione Colocci – ha detto il sindaco Massimo Bacci -, l’ingresso della Cooss Marche nella compagine societaria formata oggi da Comune di Jesi e Ubi Banca ci ha dato la spinta per ripartire con un progetto che ci riempie di soddisfazione. Sentivamo l’esigenza di un’iniziativa dall’impatto immediato sul territorio e siamo riusciti a crearla, grazie soprattutto alla reattività straordinaria di tutti gli enti coinvolti. Segno che quando c’è volontà e competenza si può fare molto».