JESI – «Io faccio sempre più di una passeggiata con le mie due cagnoline qui sotto casa. Lunedì sera se avessero mangiato quelle polpette, come è avvenuto il giorno dopo per una di loro, sarebbero di sicuro morte. Credo proprio che siano state messe nella mattinata di martedì. E sai una cosa? Non so cosa gli farei se avessi tra le mani chi ha fatto tutto questo…».
Matteo Natalizia, 30 anni, abita in uno dei palazzi che si affacciano su Largo Europa. E sue sono le meticce, Briciola, 7 anni, e Titta, di 5, che hanno rischiato davvero grosso per le cosiddette polpette killer disseminate lungo il bordo dei vicini giardinetti.
È ancora scosso da quanto è accaduto. Paura, rabbia, sollievo. Sentimenti che si sono accavallati in un pomeriggio che non avrebbe mai voluto vivere.
E la rabbia, quella, è rimasta.
L’eco suscitata in città è stata vasta, un’ondata di indignazione – ancora una volta, perché è un fatto che si ripete a distanza di qualche mese, vedi i giardini pubblici e intorno al Palasport – indignazione che si è espressa anche attraverso i social.
Matteo ha da poco finito di parlare con gli agenti della Polizia Locale, che si sono prodigati nel battere a tappeto la zona alla ricerca di altre polpette dopo le otto rinvenute, imbottite di letali chiodini. E ancora non è dato sapere se siano anche avvelenate.
Spetterà ai tecnici dell’Asur, dove sono state consegnate, analizzarle e stabilire se siano o meno tossiche.
Matteo ripercorre quei momenti: «Erano le 13.40, sono uscito per portare fuori i cani come al solito e ho visto una polpettina sotto una delle due palme che sono proprio vicino casa. Mi sono allontanato andando intorno ai giardinetti e qui mi sono accorto che Briciola annusava qualcosa mentre Titta quel qualcosa l’aveva mangiata. Pensavo che fosse un po’ d’erba, i cani la mangiano, ma poco più avanti ho visto che c’erano altre polpettine di carne, uguali a quella che stava sotto la palma, invase da tante formiche».
Il quel frangente, dal dubbio alla certezza che qualcosa non andasse, il passo è stato breve.
«Sono corso dalla vicina d’appartamento, che sta al primo piano, per chiederle l’acqua ossigenata, io non l’avevo, un metodo per far immediatamente vomitare le mie cagnoline. Ero sprovvisto della macchina, era dal meccanico, altrimenti le avrei portate direttamente dal mio veterinario di fiducia. Quando lo hanno fatto, Titta la polpettina l’aveva ingerita e poi l’ho buttata subito via, mi sono un po’ tranquillizzato anche se dentro di me l’ansia andava e veniva».
Intanto la figlia della vicina provvedeva a raccogliere le polpette, carne macinata, grandi come una noce e lasciate quasi tutte sul bordo dei giardinetti, vicino al marciapiede. La madre, invece, allertava la Polizia Locale.
«Mi sono recato al lavoro – continua Matteo – e al mio ritorno, quando ho aperto la porta di casa, loro mi sono corse incontro, come fanno sempre. Un’emozione infinita, mi si è aperto il cuore. Ma dovevo portarle dal mio veterinario di fiducia. Non volevo aspettare ancora un secondo di più. Dalla visite è emerso che tutto era a posto e che dovevano assumere un farmaco per eventuali avvelenamenti».
Titta e Briciola sono vivacissime, non stanno ferme un attimo e si fanno accarezzare senza problemi. È davvero bellissimo vederle così.
La situazione sembra essere sotto controllo. Ma non si esclude, in via prudenziale, che in zona possano essere state “seminate” altre letali polpette al chiodo. Per questo, soprattutto i proprietari di cani e gatti, debbono usare molta prudenza.
Nella zona di Largo Europa sono stati affissi avvisi, a firma del comandante della Polizia Locale, Liliana Rovaldi, che invitano a prestare la massima attenzione elencando le accortezze da assumere.
E invitando a far intervenire le forze di polizia in caso di eventuali, altri ritrovamenti.
Coinvolte anche le Guardie Zoofile le quali, anche loro, invitano «a tenere gli occhi aperti».