JESI – Ammonta a circa 8 milioni l’investimento necessario per la demolizione e ricostruzione di Ponte San Carlo. Al momento, manca all’appello circa un milione e mezzo, che arriverà non appena Comune e Regione avranno definito l’accordo. Si potrà così dare il via all’individuazione dell’azienda che si occuperà del delicato appalto, un’opera che richiederà quasi un anno e mezzo e obbligherà i residenti del quartiere di Minonna e tutti coloro che dovranno recarsi in zona a percorrere tragitti più lunghi.
Ponte San Carlo è interdetto al transito dei mezzi pesanti dalla primavera 2018 per motivi di sicurezza. Poco meno di 1,2 milioni di euro li metterà a disposizione Viva Servizi, fra le altre cose per demolire e ricostruire fognatura e acquedotto che sfruttano il San Carlo attuale (450 mila euro) e per deviare temporaneamente i sottoservizi nel corso della durata del cantiere (735 mila euro di cui 515 mila a carico di Viva Servizi). Demolizione e ricostruzione del ponte costeranno 4,7 milioni. Di questi 4 milioni arriveranno dalla Regione – che aveva già stanziato un primo contributo da 2 milioni e un ulteriore da 500 mila – e 450 mila dalla Provincia.
L’analisi effettuata sul ponte ha evidenziato uno stato di conservazione piuttosto compromesso causato essenzialmente dalla prolungata esposizione agli agenti atmosferici della struttura portante ed alla mancanza di interventi di manutenzione, che hanno prodotto il diffondersi di estesi fenomeni di ossidazione nelle armature metalliche, che in alcuni casi, in particolare per quanto riguarda le staffe all’intradosso delle travi, ne hanno portato alla rottura. L’analisi sismica complessiva ha altresì evidenziato indicatori di sicurezza piuttosto bassi.
Relativamente alla proposta lanciata dai cittadini di Minonna, vale a dire l’installazione di un viadotto provvisorio durante il periodo di cantiere, l’assessore ai lavori pubblici, Roberto Renzi ha spiegato che non è realizzabile: «Mi sono confrontato con il Genio Militare, mi hanno spiegato che possono coprire 50, 60 metri. Noi siamo sui 200 metri. L’operazione, pertanto, non è fattibile».
Sarà la nuova giunta, quella che uscirà dal voto di primavera, a occuparsi dei lavori.