JESI – «Su ponte San Carlo, la settimana prossima il progetto sarà portato in Giunta. Per poi essere trasmesso agli enti co-interessati alla questione». Così in Consiglio l’assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi ha fatto il punto sulla questione del ponte da demolire e ricostruire sull’Esino, fra il centro urbano e il quartiere Minonna.
Renzi ha anche chiarito il quadro dei costi previsti: «Sei milioni e 52 mila euro- ha spiegato l’assessore- 3,7 milioni per l’opera in sé ai quali aggiungere altre voci: 130 mila euro per condutture dell’acquedotto, 475 mila per le condotte provvisorie di Viva Servizi e 325 mila per quelle telefoniche (passano attualmente sotto i marciapiedi del ponte e passeranno anche sotto il nuovo ma occorreranno soluzioni temporanee in fase di cantiere, nda), una consistente quota di Iva, 100 mila euro di oneri per la sicurezza, 50 mila per gli espropri, 270 mila per eliminare le interferenze del gasdotto Italgas e inoltre i costi preventivati per l’eventuale bonifica di ordigni bellici e per la sorveglianza archeologica».
Precisa Renzi: «Nel complesso, 723 mila euro di spese saranno a carico delle società di servizi, il resto dovrà essere reperito dal Comune».
A tal proposito ponte San Carlo e la richiesta alla Regione di finanziarne per intero, con 6,5 milioni, la ricostruzione, sbarcano in Assemblea regionale. A portarvi il tema, una mozione del consigliere Boris Rapa di “Uniti per le Marche”, rappresentato nell’esecutivo Ceriscioli dall’assessore Moreno Pieroni. Sin qui nel Protocollo d’intesa fra Comune di Jesi e Regione si prende atto di un contributo straordinario della seconda di 2 milioni e dell’impegno a destinarvi altri 1,5 milioni (con una rimodulazione dei fondi richiesta al Ministero). Sul ponte da due anni per motivi di sicurezza è vietato il transito dei mezzi pesanti: occorrono demolizione e ricostruzione. A sollecitare Uniti per le Marche è stato il consigliere comunale di Jesi Insieme Sandro Angeletti, fa sapere il Comune. «Già la situazione era gravissima- spiega Angeletti – con il coronavirus stiamo anche peggio. Quel ponte è uno snodo cruciale e sta creando danni economici importanti alle aziende costrette a lunghi giri per attraversare il fiume. Per questo ho chiesto al Gruppo che sostengo di aiutarci con un’azione più decisa».