Jesi-Fabriano

A Jesi il primo convegno del Consorzio Padel su opportunità, rischi e vuoti normativi di uno sport sempre più diffuso – VIDEO

Una disciplina sempre più in voga: sono 6mila oggi i campi da padel attivi in Italia contro gli appena 1000 nel 2019. Necessario però normare il settore dal punto di vista strutturale

JESI – Sicuramente un momento significativo per le Marche e Jesi in particolare l’aver ospitato nel locali del Circolo Cittadino il primo convegno del Consorzio Padel sulle opportunità ma anche sui vuoti normativi di questa nuova pratica sportiva.

In Italia e soprattutto nelle grandi città, da Milano a Roma, è padel-mania. Il gioco a coppie di derivazione tennistica si sta diffondendo in modo esponenziale sia se si guarda al numero di praticanti (nel 2022 si parla di oltre 1 milione ovvero 5 volte quelli del 2019), sia in termini economici. Tanto che è nata una vera filiera della cosiddetta Padel Economy. Che va dall’affitto dei campi all’attrezzatura per giocare fino all’organizzazione dei tornei tra praticanti. Proprio per questo grande sviluppo c’è però bisogno di una regolamentazione. Importante dunque la nascita di un consorzio, che si è presentato in un incontro tenuto, come dicevamo, al Circolo cittadino di Jesi.

Fondamentale: normare dal punto di vista strutturale un settore sportivo in forte espansione nel quale spesso vengono sottovalutate o non rispettate per ignoranza o convenienza le caratteristiche strutturali di un impianto da padel. Questo porta a un Far West dove si vedono installati campi non rispondenti ai minimi requisiti strutturali e o normativi con conseguente pericolo per chi utilizza le strutture ma anche per coloro che gestiscono gli impianti poiché possono essere chiamati a delle responsabilità.

Il consorzio è formato dalle aziende e dagli attori legati al mondo padel che ne condividano le finalità istituzionali di sensibilizzazione e regolamentazione della materia.
Obbiettivi: portare all’attenzione degli organi/federazioni sportive la necessità di normare in maniera chiara ed inequivocabile un settore in notevole espansione per prevenire conseguenze negative.

Non sono parole di circostanza visto che banca Ifis ha dedicato al Padel uno studio che mette in fila l’evoluzione del comparto negli ultimi 4 anni. L’accelerazione è evidente guardando ai numeri. In Italia si contano oggi 6mila campi da padel attivi (erano appena 1000 nel 2019). Nel 2022 sono poi state vendute 880mila racchette contro le 180mila del 2019.
In termini di fatturato ammontano a 693 milioni di euro i ricavi complessivi che il comparto produrrà nel 2022, in crescita del 25% rispetto al 2021. La quota più rilevante deriva dalle entrate dirette legate al noleggio dei campi, che pesano per il 61% sul totale. Seguono la produzione e la vendita di racchette e la costruzione dei campi, che richiedono vetrate ampie e resistenti. «Il padel – si legge nel report ampiamente esaminato nell’incontro di Jesi – si conferma uno sport apprezzato a tutti i livelli, con una prevalenza maschile e nella fascia giovane-adulta (25-54 anni). La penetrazione è trasversale a tutte le aree geografiche». 

Si tratta di uno sport che viene praticato al 59% da uomini e per il 67% da persone tra i 25 e i 54 anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di cittadini con un reddito più alto della media e abituati a impegnarsi nello sport con continuità. 
Se non oneroso come il tennis in genere giocato a due, il padel comporta comunque delle spese da considerare anche se si gioca in quattro e si ammortizzano quindi i costi di noleggio

Per affittare un campo per una partita si va dai 25 euro l’ora fino ai 40 euro ogni ora e mezza. A seconda del centro sportivo si spende da 7 euro a persona fino ai 12. Mentre per le racchette a pesare sono i materiali. Il prezzo varia infatti dai modelli più basici intorno ai 40-50 euro a quelli più performanti oltre i 140-150 euro. Tutti aspetti questi approfonditi nel convegno di Jesi dal titolo “Padel: opportunità, rischi, vuoti normativi“.

I temi  approfonditi sono andati dai permessi necessari per realizzare campi da padel alla sicurezza e normative vigenti sulle strutture metalliche e poi ancora la scelta dei vetri tra temperati o stratificati fino ad arrivare alla posa in opera a regola d’arte per non rischiare ed agli aspetti fiscale ed assicurativi. Dicevamo interventi qualificati come quelli del dott. commercialista Enrico Pioselli – presidente del consorzio ed esperto in normativa sportiva; dott. Nicolò Padoan – presidente commissione Vetri UNI; avv. Gianluca Mucelli – presidente Circolo Cittadino Jesi ed esperto in diritto privato; ing. Giuseppe Ghedi – Esperto in ingegneria civile e strutturale, socio della Savoldi Ingegneria, IWE; ing. Vito Valentino – Esperto in ingegneria meccanica e industriale; rag. Francesco Barchiesi – imprenditore, presidente della CNA di Jesi ed esperto in normativa fiscale del terzo settore; dott. Simone Ferro – Project handler laboratorio di sicurezza meccanica del TUV Italia, redattore del protocollo di prova sui campi Padel; dott. Andrea Rotundo – Responsabile del laboratorio di sicurezza meccanica TUV Italia; dott. Davide Caleffi – agente generale AXA esperto del settore assicurativo e del settore padel; dott. Davide Sirianni – fondatore della società Wepadel con esperienza nel montaggio e installazione di oltre 900 campi in Italia e nel mondo. Fondamentale l’intervento del dott. Lorenzo Cazzaniga, giornalista e fondatore della rivista di settore più conosciuta e accreditata nel mondo, Padel Magazine, profondo conoscitore della disciplina sportiva.