JESI- É stato presentato ieri pomeriggio, 8 luglio, nel giardino di Villa Borgognoni a Jesi, il progetto “Profilo di Comunità”, report elaborato dall’Asp grazie alla collaborazione dei sindaci dei 21 Comuni del territorio di competenza, per leggere i bisogni delle persone, identificare le fasce deboli e tracciare i nuovi bisogni soprattutto in considerazione del difficile periodo che l’Italia sta attraversando con la pandemia.
Ad aprire i lavori, il presidente Asp Matteo Marasca che ha definito “profilo di comunità” come «un viaggio del lettore che attraverso questo testo riesce a comprendere come è composta la nostra comunità. In queste pagine – aggiunge – ci sono le basi per programmare i servizi sociali nei prossimi anni. Dovremo ragionare anche su come e quanto l’emergenza sanitaria in atto inciderà nel futuro. Ciò che emerge dalla lettura di questi dati è una diminuzione della popolazione, la necessità delle Amministrazioni comunali di rivedere i bilanci e assegnare le priorità alle esigenze cui dare risposte. Certamente sono aumentati povertà e disagio, durante la pandemia abbiamo aiutato persone finora sconosciute ai servizi sociali, segno che l’emergenza sanitaria ha inciso molto sulla società, non solo in termini di salute».
Profilo di comunità, elaborato dall’Asp Ambito territoriale 9, si propone come un quadro conoscitivo delle caratteristiche della popolazione residente nel territorio dei 21 Comuni, delle sue problematiche e dell’articolazione dei servizi e delle risorse presenti. Per questo, alla presentazione dei dati, nonostante l’afa, erano presenti moltissimi rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e cooperative sociali che operano sul territorio in favore della disabilità, della terza età, delle categorie fragili e della tossicodipendenza. «Si tratta di una importante occasione di partecipazione – conclude Matteo Marasca – per ragionare insieme sul nostro sistema di welfare e sulla possibilità di implementare, anche in sinergia con il mondo del terzo settore, i servizi offerti alla nostra comunità».
Ne ha ribadito l’importanza il sindaco di San Paolo di Jesi Sandro Barcaglioni, nella doppia veste di presidente dell’assemblea dei soci. «E’ per me un piacere e un onore rappresentare qui i 21 Comuni dell’Ambito per un bacino di 105.000 abitanti – sottolinea Barcaglioni – sono molto soddisfatto di questa pubblicazione perché ritengo che sia importante esprimere la nostra preoccupazione dal punto di vista del welfare. Noi sindaci siamo sempre vicini a chi ha bisogno e per dare risposte rapide ed efficaci è fondamentale per noi sapere di poter contare sull’Asp. Si è raggiunto tanto, insieme, in questi anni ma c’è ancora tanto da raggiungere in favore delle nostre comunità specie quando parliamo di persone fragili, dei problemi dell’immigrazione, dei bisogni dell’handicap, dell’autismo e delle solitudini dei nostri anziani…».
I numeri e i bilanci sono stati illustrati dal direttore dell’Asp Franco Pesaresi che ha sintetizzato il corposo lavoro in pochi punti salienti: una lettura ragionata dei bisogni della popolazione e, come tale, prezioso strumento di supporto proprio per la programmazione delle politiche sociali e socio-sanitarie del territorio stesso. «Cala la popolazione, ma aumentano la solitudine e la povertà, soprattutto in epoca Covid – spiega Pesaresi – sono questi i dati principali che emergono dal nostro report. Ma d’altra parte si fa spazio anche una rete di servizi importante e la parte del leone che è svolta sul territorio dal volontariato: basti pensare che il 5% della popolazione che volontariato in un’associazione, questo significa che possiamo contare su un esercito silenzioso di 5.000 persone che operano al nostro fianco per rispondere ai bisogni delle persone. Di pari passo con la diminuzione della popolazione c’è il calo della presenza di stranieri sul territorio, dovuta anche alla carenza di opportunità di lavoro».
Tra le criticità emerse drammaticamente nel report, la difficoltà di «arrivare dappertutto. Cioè nonostante le tante forze messe in campo – continua Pesaresi – non riusciamo ad aiutare tutti perché tante persone non le conosciamo. Non sempre chi ha bisogno si rivolge a noi, per paura dello stigma sociale, per vergogna, pudore. Il Covid ci ha messi di fronte a una vera emergenza sociale oltre che sanitaria, infatti nei mesi di pandemia hanno fatto richiesta dei voucher alimentari a Jesi ben 800 persone di cui non avevamo contezza. C’è un sommerso che fa fatica a chiedere aiuto e lo fa solo quando è allo stremo».
Se nel 2015 l’Asp ha prestato assistenza a oltre 4000 persone (tra anziani, portatori di handicap, minori, immigrati…), nel 2019 il numero è salito a oltre 6.000. «Però crescono anche i servizi in tutti i settori – specifica Pesaresi – quindi la crescita della richiesta di aiuto appare direttamente proporzionale all’innalzamento della quantità e qualità dei servizi erogati. Non ci sono liste d’attesa nei nostri servizi e nonostante la crisi e il Covid possiamo dire di non aver diminuito la spesa media annua per i servizi alla persona, erano e restano sui 23 milioni di euro annui. Questo report insomma, traccia il percorso fatto ma anche gli obiettivi da perseguire». Nel corso del pomeriggio si è dato poi ampio spazio al dibattito con gli interventi delle istituzioni, del volontariato, del terzo settore.