JESI – «Non toccate la fontana dei leoni». Sergio Morgante, l’architetto di piazza Federico II, manifesta forti perplessità sullo spostamento del monumento in piazza della Repubblica, che dovrebbe essere avviato nei primi giorni di marzo.
«La fontana non è nata insieme a piazza della Repubblica che è una piazza “diacronica”: costruita in tempi diversi, la fontana vi è stata collocata nel corso del tempo – spiega l’architetto -. Questo significa che non è un elemento essenziale della composizione, non ha generato lo spazio circostante come, faccio un esempio che tutti conoscono, la statua equestre di Marc’ Aurelio nella “sincronica” piazza del Campidoglio che Michelangelo pose al centro della composizione: un fermo geometrico circondato da un ovale disegnato a terra ai lati del quale ruotano simmetricamente i due edifici gemelli per aprire due finestre sul paesaggio ai lati del palazzo senatorio. Piazza della Repubblica, al contrario della piazza del Campidoglio, è come la maggior parte delle piazze storiche, il risultato di adattamenti progressivi che infine hanno trovato una loro solidità. La fontana venne progettata traendola da un “manuale” figlio dell’epoca dei lumi e dell’Enciclopedia ed è stata “banalmente” appoggiata al centro della piazza e dopo qualche decennio è stata smontata e “banalmente” riappoggiata in piazza del Duomo».
«Non so e non voglio dire – puntualizza Morgante – dove la fontana sarebbe stata meglio perché è un argomento molto scivoloso sul quale si può dibattere all’infinito. Però dieci anni fa la piazza del Duomo è stata risistemata ed il progettista, per la prima volta dopo i due casi precedenti, si è posto il problema di relazionare quell’oggetto ingombrante calato dall’alto al perimetro monumentale della piazza formato dalle facciate di S. Floriano, del Duomo e dei palazzi alti e solenni. Il disegno a terra di una piazza storica deve raccogliere e unire tutte le facciate e gli altri elementi che definiscono lo spazio centrale, non deve essere una decorazione che si giustifica in se stessa, ma una “sintesi” di tutti gli episodi e delle viste. Nel nostro caso doveva includere anche l’elemento centrale, la fontana, facendo per così dire a posteriori quello che si sarebbe dovuto fare all’inizio. Quindi quel progettista disegnò un reticolo di linee bianche (fatte con la stessa pietra della fontana e degli elementi architettonici dei palazzi circostanti) che rimandano visivamente agli edifici perimetrali e che contemporaneamente incorniciano al centro la fontana rendendola partecipe della scena. Ora togliere la fontana che è diventata parte integrante dell’opera significa “amputare l’opera” e sfigurare la piazza».
Centoquindici giorni di lavori, termine ultimo fissato per il 15 luglio 2021. È quanto si legge nel capitolato d’appalto predisposto dal Comune per lo spostamento della fontana dei Leoni da piazza Federico II a piazza della Repubblica. I lavori dovrebbero partire i primi di marzo e la ditta dovrà garantirli anche nel caso di lockdown e limitazioni.