Fondata nel 1992 da un gruppo indipendente di studenti viennesi che si erano appassionati alla macchina fotografica compatta sovietica Lomo LC-A – la fotocamera più famosa nella Russia degli anni ’80 – la Lomographic Society International è la figlia ribelle della Fotografia. Dopo il leggendario inizio con la Lomo LC-A, la società austriaca ha creato fotocamere e pellicole per espandere la creatività analogica, ed ha saputo aggregare intorno a sé una community di oltre un milione di creativi, professionisti e persone comuni, tutti animati dal sacro fuoco della fotografia analogica. In questa piattaforma internazionale, sta avendo grande risalto il progetto “LINK – Love Is a Necessary Knot” (l’amore è un nodo necessario) di Francesca Tilio, fotografa e performer di Jesi.
Nel 2022, Francesca ha vinto il premio Lomography all’interno del Circuito Off della seconda edizione della Biennale della Fotografia, proprio con questo progetto fotografico e performativo la cui chiave è il legame tra le persone. Dopo di che, “LINK – Love Is a Necessary Knot” ha continuato il suo viaggio in due progetti di fotografia partecipata: il primo, nei quartieri di Ancona nell’ambito di “Qua! Quartier in azione”, il secondo su scala internazionale grazie ad una open call lanciata da Lomography per dare la possibilità a chiunque di creare nuovi LINK.
In questi giorni, la società austriaca ha condiviso in rete, sul proprio magazine online, i risultati ottenuti. Le foto pubblicate sono accompagnate dai nomi delle persone ritratte e dalle interviste fatte alle persone che hanno avviato i collegamenti: Melyssa Shannon, Cris Miranda, Francisco Marcelino, Giacomo Beghelli, Pia Middleton.
«Un anno fa – fa sapere Lomography – abbiamo lanciato un progetto fotografico comunitario in cui invitavamo persone da tutto il mondo a diventare parte attiva di un progetto artistico che parla di legami, affetti e connessione, un gioco fotografico che lentamente si compone attraverso un effetto domino. Ispirate da un progetto a lungo termine e in corso della fotografa italiana Francesca Tilio, sono state inviate ai partecipanti selezionati 10 fotocamere ricaricabili di semplice utilizzo. Alcune si sono persi lungo la strada, ma quelle che sono tornati al quartier generale di Lomo sono pieni di immagini stimolanti».
Per Francesca Tilio, «la vita è un continuo annodarsi di relazioni tra essere viventi, a volte è necessario uno scatto fotografico per dimostrare che non esistono confini e barriere», e questo progetto lo prova. «Questo esperimento personale – spiega – è iniziato prima della pandemia e ha trovato il suo vero significato in tempi di restrizioni, dove i legami e gli abbracci umani sono stati messi a dura prova. Il mio progetto LINK ha vinto numerosi premi ed è stato pubblicato sui maggiori quotidiani nazionali, così ho ben presto immaginato che quell’annodamento amorevole di uomini e animali non sarebbe dovuto iniziare solo da me. Ognuno dovrebbe sperimentare il proprio LINK! Lomography ha abbracciato l’idea e insieme abbiamo costruito il progetto immaginando le fotocamere Lomo in viaggio verso un’imprevedibile narrazione di affetto. Conoscevamo il punto di partenza ma non sapevamo dove ci avrebbero portato le connessioni umane. La bellezza sta nel misterioso e inaspettato dispiegarsi delle connessioni. Alla chiamata hanno risposto persone provenienti da diverse parti del mondo, selezionate per provenienza ma, soprattutto, per motivazione. Non è stato facile seguire e tracciare il passaggio delle telecamere di mano in mano: alcune si sono perse chissà dove, altre hanno preso strade anarchiche, lontane dalle direzioni del progetto, alcune sono tornate e ci hanno regalato sorprese e tanta bellezza».
«Mi piace l’effetto palla di neve che mi ricorda il progetto e, soprattutto, l’idea che non siamo così lontani da nessun altro», ha commentato il portoghese Francisco Marcelino. «È’ una buona opportunità per riconnettermi con alcuni amici, oltre che per connettere alcuni membri della mia famiglia. Le parole non sono il miglior veicolo di comunicazione e le immagini potrebbero parlare più forte».
Per Giacomo Beghelli, di Bologna, «è molto interessante il tipo di condivisione che porta questo progetto. E mi piace poter coinvolgere attivamente persone che non sono fotografi. Quando ho iniziato il progetto pensavo di poter controllare il percorso della telecamera, ma ho capito subito che era impossibile».
«Penso che Link sia un ottimo esempio di arte moderna che usa la performance e l’emozione per creare collaborazioni. Chiunque può essere un artista e questo progetto lo ha dimostrato: basta una macchina fotografica!», è il commento di Pia Middleton.
«Non ero sicura – spiega Melyssa Shannon – di dove volessi portare questo progetto, ma speravo che la fotocamera viaggiasse un po’. Non avevo programmato viaggi lontani durante la durata del progetto, quindi la telecamera ha girato il nord dell’Irlanda, principalmente Belfast e Derry, con me e separatamente con alcuni amici».
Per Cris Miranda, le foto sono state scattate a San Paolo, in Brasile, e ritraggono familiari, amici e colleghi. Per lui, «aderire al progetto ha significato la possibilità di condividere la mia passione per l’analogico e ottenere grandi risultati».