JESI – Circa 22mila euro per progettare il consolidamento e il restauro della Cisterna romana nei sotterranei di Palazzo Mestica. Nell’ottica magari di una possibile apertura al pubblico ma per ora ai soli «fini di una buona conservazione». L’incarico è stato appena affidato a professionisti esterni dal Comune.
La cisterna a pianta circolare è stata riportata alla luce con le campagne di scavo intraprese nel 1996 e nel 2000 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche nell’ambiente sottostante il settecentesco Palazzo Mestica, già convento San Floriano. Ma era già stata individuata sin dal 1785. Al suo interno, fra le altre cose, erano state rinvenute nel ‘700 le imponenti statue romane – marmi del I secolo dopo Cristo – che rappresentano personaggi della dinastia giulio-claudia e che, con le teste di imperatori come Augusto e Caligola – sono le testimonianze più suggestive della raccolta del Museo Archeologico cittadino.
La cisterna è un importante lascito di quella che era l’Aesis romana, una città che si ipotizza vantasse un teatro di circa 2 mila posti e anche delle terme. Proprio a queste ultime si è spesso pensato in passato che potesse essere ricollegato l’utilizzo della cisterna, da cui fra l’altro la denominazione di via Posterma per la strada dove si affaccia Palazzo Mestica e di via delle Terme e vicolo delle Terme per quelle poco lontane nel cuore del centro.
Il recupero della cisterna romana è inserito fra gli interventi che, ricollegati a quello del complesso San Floriano, si vorrebbe finanziati col residuo del lascito di Cassio Morosetti destinato allo spostamento della fontana dei leoni.
«È volontà dell’amministrazione provvedere alla realizzazione di alcuni primi interventi di consolidamento e restauro della Cisterna, ai fini di una buona conservazione – spiegano dal Comune- risulta pertanto necessario affidare i servizi di ingegneria e architettura di progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, contabilità, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione».