Jesi-Fabriano

Radio Penelope: il viaggio e la femminilità in scena alla Pinacoteca

Lo spettacolo è il frutto di percorso iniziato nel 2017 con un gruppo di donne italiane e straniere nell'ambito del progetto Chromaesis

Lucia Palozzi
L'attrice Lucia Palozzi in "Radio Penelope" (foto Alessandro Tesei)

JESI – La femminilità e il tema del viaggio sono al centro dello spettacolo “Radio Penelope” che l’attrice Lucia Palozzi porterà venerdì 21 dicembre a Palazzo Pianetti, ore 21, ingresso libero.

Radio Penelope nasce da un laboratorio che l’attrice, residente a Jesi, ha iniziato più di un anno fa con donne straniere e italiane. A confronto dunque la stessa generazione di donne, proveniente però da paesi diversi.

Lucia, che cosa hai tratto da questi incontri?
«La forma della narrazione collettiva che ho dato agli incontri è servita per creare fiducia e sfatare molti miti – spiega Lucia Palozzi -. Il viaggio e il femminile sono due temi a me molto cari e sono contenta che questo progetto ora diventi uno spettacolo professionale, che vorrei portare in giro per l’Italia».

Le storie di queste donne sono molto diverse?
«No, al contrario sono molto simili. La barriera linguistica è un grosso ostacolo ma superabile».

Lucia Palozzi
Lucia Palozzi

In scena a Palazzo Pianetti ci sarà Lucia Palozzi, le fotografie di Alessandro Tesei, le scenografie sono di Chiara Gagliardini e Giuliano Carloni nell’ambito del progetto Chromaesis e Atgtp. “Radio Penelope” è dunque un progetto di ricerca di narrazione teatrale: «Radio, perché si vuole installare un’antenna, pronta a ricevere voci, storie, realtà di vita ordinaria e straordinaria, civile e incivile, politica nel senso originario del termine, e a ritrasmetterle poi come un amplificatore attraverso la voce narrante dell’attore-autore. Penelope è l’archetipo della donna in attesa di qualcosa che la completi ma in realtà, leggendo il testo e lavorandoci, ne viene fuori una donna forte. Non intendo la forza fisica ma interiore, la resilienza e una grande dignità anche nella sofferenza». La tela, che costituisce la scenografia della performance, è stata realizzata insieme alle partecipanti del laboratorio