JESI – Novità sul ritrovamento di resti umani, sabato scorso, in un canale di scolo nel parco del Pigneto a Roma, vicino Casal Bertone. Una zona oggetto di lavori, sei mesi fa, dove trovano riparo persone in difficoltà e senzatetto. Ieri i poveri resti sono stati consegnati ai carabinieri del Ris per le analisi genetico forensi e l’estrazione del Dna. Secondo le prime risultanze del medico legale intervenuto sul posto, si tratterebbe di una donna di circa 30 anni morta un anno fa, ma non è chiaro da quanto il cadavere fosse in quel luogo dove è stato trovato. Il medico avrebbe anche rilevato la presenza di due placche mandibolari lato sinistro che fanno supporre a precedenti fratture ossee. Ma nel corso della trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?” sono stati mostrati anche degli oggetti rinvenuti accanto allo scheletro, messi a disposizione dai carabinieri, proprio affinché venissero mostrati in tv e magari riconosciuti dai telespettatori.
Si tratta di uno zainetto nero in nylon con la scritta “Love Denny Rose” e la tasca anteriore con il simbolo della pace e le cerniere ossidate, un accendino blu con l’immagine di Che Guevara, due elastici per capelli neri e uno arancione, due bracciali di cui uno in gomma color bordeaux con la scritta bianca “Justo” e l’altro in plastica con perline blu; una collanina d’argento con un vistoso crocifisso. Gli oggetti sono stati mostrati alla mamma di Andreea, Georgeta Cruceanu, la quale con certezza ha detto che non si tratta di sua figlia. A farlo pensare – anche se ancora non è stato eseguito il test del Dna – sarebbe proprio quello zaino: sua figlia, ha detto, si era allontanata con uno zainetto verde fluo con delle cordicine sottili. Anche il fidanzato dell’epoca, Simone Gresti, unico indagato per la scomparsa di Andreea (per lui il Pm Irene Bilotta ha ipotizzato i reati di sequestro di persona e spaccio), raggiunto al telefono dai cronisti di “Chi l’ha visto?” ha continuato a sostenere che «Andreea va cercata viva».
L’indagine della Procura di Roma guarda ai cold case degli ultimi anni. La Pm della Procura romana ha chiesto ai militari dell’Arma della Compagnia di piazza Dante di analizzare la banca dati delle persone scomparse a partire dal 2020, in cerca di elementi utili alle indagini. Si cerca di capire chi sia quella povera ragazza, i cui resti sono stati rinvenuti sabato in un canale di scolo. Ma la prudenza, necessaria in questi casi, che si parli di Andreea o di chiunque altro, viene chiesta anche dal Procuratore della Repubblica dottoressa Monica Garulli, che in una nota estesa agli organi di stampa e ai media, chiede moderazione nell’informazione. «Si ritiene opportuno rappresentare che, allo stato, non vi è alcun elemento per attribuire i resti rinvenuti lo scorso 1 luglio a Roma alla ventottenne rumena Andreea Marcela Rabciuc, scomparsa il 12 marzo 2022 nelle campagne di Castelplanio – fa sapere il Procuratore Capo – sono in corso i rituali accertamenti svolti dalle forze di Polizia che procedono per verificare eventuali corrispondenze tra i resti di un corpo umano, la cui identità è ignota, e persone di cui è stata denunciata la scomparsa».