JESI – Momenti di grande apprensione, intorno alle 15.00 di questo pomeriggio, tra corso Matteotti, via Mazzini e via Cavour.
Un ragazzo di colore, richiedente asilo, del Gambia, 26 anni, con una evidente ferita a un braccio ha cosparso copiosamente di sangue tutto il tragitto che ha percorso. Motivo: era andato in escandenscenze dopo aver appreso che non gli avrebbero rinnovato il percorso di accoglienza dello Sprar che stava effettuando con il Gus e con un violento cazzotto ha spaccato per protesta una vetrata della porta finestra dell’appartamento che occupava in via Cavour, ferendosi.
L’ANTEFATTO
Tutto era iniziato questa mattina quando agenti del Commissariato di Jesi si erano recati da lui per notificargli il provvedimento nel quale si specificava l’esclusione dal programma di accoglienza. Nel corso del colloquio, però, gli stessi agenti rinvenivano in suo possesso 7 grammi di hashish. Da qui l’invito a recarsi con loro nella sede del Commissariato dove veniva segnalato alla Prefettura quale assuntore.
Il gambiano, a questo punto, non avrebbe dovuto rientrare nell’appartamento, cosa che invece ha fatto, e da lì è iniziata la sua clamorosa protesta. Ha dato un cazzotto alla porta finestra procurandosi una profonda ferita all’avambraccio destro, tracce di sangue erano evidenti anche sul davanzale della finestra. Poi si è recato negli uffici del Gus, in via Mazzini, sanguinando, appunto, copiosamente. E anche lì il portone, le scale, recavano tracce di sangue.
Nel frattempo era scattato l’allarme e sul posto arrivavano la Croce Verde, la Polizia Locale e i Carabinieri.
Vista la ferita, i sanitari hanno deciso per il suo trasporto urgente all’ospedale regionale di Torrette.
IL SINDACO
Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, abita e ha l’ufficio di commercialista proprio di fronte all’appartamento di via Cavour occupato, al primo piano, dal ragazzo di colore “protagonista” della vicenda, appartamento che divide con altri tre.
Il primo cittadino si è soffermato per avere notizie dalla pattuglia della Polizia Locale intervenuta.
«Credo – ha, poi, detto – che il nostro Paese sia al limite, non ce la facciamo più a sostenere questi numeri di accoglienza, in aumento, nonostante sino ad ora, con Sprar e quanti si fanno carico di questi problemi, la gestione sia stata fatta bene. Di questo passo, però, fenomeni così rischiano di aumentare. Io abito proprio qui, di fronte a loro, grossi problemi sino a ora non ce ne sono stati ma occorrerà vigilare di più».
Addetti di Jesi Servizi si sono occupati della pulizia relativa alle tracce di sangue sul davanzale della finestra di via Cavour, sulla tettoia della merceria sottostante e sul tratto di via. Le tracce di rosso erano ben visibili ovunque, partendo da via Mazzini e lungo il corso sino a via Cavour.