JESI – Rinviata la decisione sulla forma di realizzazione e gestione – pubblica, privata o mista- dei futuri impianti per il trattamento dei rifiuti nella provincia d’Ancona. Questo l’esito dell’Assemblea dei Comuni dell’Ata tenutasi ieri, 27 maggio, non senza scontri verbali piuttosto duri e tensioni fra sindaci, in particolare sul tema dell’impianto di biodigestione dei rifiuti organici.
Prima del voto sull’ordine del giorno proposto dall’Ata, i Comuni di Jesi, Camerata Picena, Castelfidardo, Corinaldo, Fabriano, Falconara, Maiolati Spontini, Monsano e Monte Roberto, avevano manifestato l’intenzione di sottoporre all’Assemblea la pregiudiziale: discutere e mettere al voto in primo luogo l’atto di indirizzo sul biodigestore approvato lo scorso agosto dal Consiglio comunale di Jesi. «Una proposta frutto di un lungo lavoro- ha detto in Assemblea il sindaco di Jesi Massimo Bacci– e già sottoposta ai pareri di Anac e Agcm. Se la pregiudiziale sarà respinta, chiederemo la sospensiva». Le indicazioni dell’atto di indirizzo adottato da Jesi puntano su di una società mista pubblico (49%)- privata (51%), per far realizzare e gestire il biodigestore. Fra i sindaci a supporto di Bacci, quello di Fabriano Gabriele Santarelli: «Jesi ha fatto il lavoro che l’Ata avrebbe dovuto e non ha fatto. Una mancanza di rispetto non prendere in esame la proposta di Jesi mentre ci si chiede di esprimerci su ipotesi che non sono state approfondite».
Se Jesi dice di «non volere per forza il biodigestore ma almeno prima sia preso in considerazione il lavoro che, su richiesta dell’Ata abbiamo fatto. Per quanto ci riguarda, ci sembra meno realizzabile l’ipotesi di una formula tutta pubblica per l’impianto», il pensiero dei Comuni sull’altro fronte dello scontro sembra invece essere: «Bene Jesi quale sede per il biodigestore ma non piace l’idea di un soggetto gestore con una presenza privata maggioritaria».
Così la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli: «Scegliere con l’ordine del giorno dell’Ata fra le forme di gestione pubblica, privata o mista significherebbe comunque già dare un giudizio implicito sulla soluzione avanzata da Jesi. Noi abbiamo avanzato formalmente la disponibilità di due siti per ospitare il biodigestore ma solo e esclusivamente nell’ipotesi che Jesi non accetti di esserne sede nel caso in cui l’Assemblea scelga una forma di gestione che non le sia gradita, come quella del tutto pubblica». Per Senigallia, il vice sindaco Maurizio Memè: «Non è la scelta del sito di Jesi che è in discussione ma la forma di gestione che Jesi propone». Duro fra gli altri il botta e risposta fra Bacci e il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni.