Jesi-Fabriano

Biodigestore, Cerioni: «All’assemblea Ata e non ai singoli Comuni spettano le scelte»

«Il 27 maggio si chiederà un atto di indirizzo su modalità di realizzazione e gestione, poi l'attività istruttoria per la sostenibilità». In commissione l'assessora Napolitano spiega la presa di posizione di Jesi, opposizioni critiche

Il sindaco di Cupramontana, Luigi Cerioni
Luigi Cerioni, presidente della Provincia di Ancona

JESI – La forma di gestione del biodigestore, l’impianto per il trattamento dei rifiuti organici che si ha in animo di realizzare in provincia? Spetta all’Assemblea dell’Ata – l’assemblea dei rappresentanti dei Comuni dell’Ambito in tema di rifiuti -e non ai singoli Comuni. Lo evidenzia il Presidente dell’Ata (e della Provincia di Ancona) Luigi Cerioni, dopo il ritorno all’attenzione del tema a seguito dell’atto di indirizzo assunto dalla Giunta del Comune di Jesi: voto no in Assemblea Ata alla proposta di deliberazione con cui si chiede di scegliere forma di realizzazione e gestione dell’impianto (privata, pubblica o mista) e richiesta invece di discutere e mettere al voto quella che era stata in merito la proposta avanzata dal Comune di Jesi con un atto di indirizzo approvato in Consiglio dalla maggioranza lo scorso agosto.

«Analogamente a quanto fatto per l’affidamento dei servizi di raccolta ed igiene urbana, l’Ata- spiega Cerioni- nella prossima Assemblea del 27 maggio 2020 chiederà un atto di indirizzo avente ad oggetto la scelta delle modalità di realizzazione e gestione degli impianti tra le opzioni previste dal vigente quadro normativo, pubblico, privato, misto. Successivamente ci sarà un’attività istruttoria rimessa alla struttura dell’ATA per quanto riguarda la sostenibilità tecnico/giuridico/economica dove ci saranno le eventuali interlocuzioni con i soggetti istituzionali di riferimento e il coinvolgimento del Comitato di Coordinamento».

«Tale scelta- prosegue Cerioni- è scaturita dalle diverse preferenze espresse dai Comuni (su richiesta ATA) che si sono candidati ad ospitare impianti (Biodigestore e impianto trattamento rifiuti da spazzamento) e come espresso nella discussione effettuata durante l’ultima Assemblea ATA del 18 febbraio scorso. La scelta della forma di gestione dei servizi è atto di discrezionalità politica ed è competenza propria dell’Assemblea e non può essere demandata ai singoli Comuni».

L’assessore all’ambiente di Jesi, Cinzia Napolitano

In tema di biodigestore, in commissione consiliare l’assessora all’ambiente Cinzia Napolitano ha ribadito la posizione dell’amministrazione comunale jesina: «Chiaro che la decisione sulle forme di gestione e realizzazione spetta all’Assemblea dell’Ata e non al Comune di Jesi ma in questo momento ci si chiede di scegliere fra possibilità – pubblica, privata, mista- che non sono mai state discusse e analizzate. E al tempo stesso non è neppure stata presa in esame quella che era stata, dopo un lungo e approfondito percorso compiuto, la proposta del nostro Comune, peraltro sollecitato all’epoca dall’Ata stessa. È una questione anche di rispetto istituzionale».

Le opposizioni restano fortemente critiche nei confronti dell’amministrazione e della maggioranza: nel mirino la forma di società indicata nell’atto di indirizzo per gestione e realizzazione dell’impianto di biodigestione (51% privata, 49% pubblica) ma non solo. «Impianti e servizi di tale importanza come questi relativi alla gestione fondamentale e strategica dei rifiuti, debbono a nostro parere essere e restare totalmente in mano al pubblico. Non si può non respingere l’idea che il pubblico non possa essere in grado di garantirne sicurezza e funzionamento» hanno sostanzialmente ribadito tanto Lorenzo Fiordelmondo (Pd) quanto Agnese Santarelli (Jesi in Comune). «Amministrazione e maggioranza accusano Ata di non aver approfondito e discusso le diverse ipotesi di gestione- ha evidenziato Santarelli- ma lo stesso ha fatto la Giunta di Jesi nei confronti del suo Consiglio comunale, dove è stato portato un atto in cui aspetti fondamentali non erano mai stati discussi prima. Vedi l’ipotesi stessa di localizzazione dell’impianto, con l’ex Sadam che non viene citata nell’atto di indirizzo e che solo il giorno dopo il voto risulta invece espressamente indicata come possibilità all’Ata».