«È stato fatto un primo passo molto importante per cominciare a riportare nelle Marche parte del maltolto». Così l’avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori ha commentato l’incontro di oggi tra Governo e 17 associazioni di risparmiatori azzerati dai crac delle banche. Presenti all’incontro il premier Giuseppe Conte, i ministri Giovanni Tria e Riccardo Fraccaro, i sottosegretari Alessio Villarosa e Massimo Bitonci. Si aspettano ora i decreti attuativi da parte del ministero del Tesoro, che dovranno anche modificare la legge di Bilancio con la quale l’esecutivo aveva destinato 1,5 miliardi al Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR).
L’unione Nazionale Consumatori rappresenta nella Regione Marche circa 3.000 ex azionisti ed obbligazionisti dell’istituto di credito messo in risoluzione nel novembre 2015 e poi fuso per incorporazione nel gruppo Ubi; tra i risparmiatori azzerati sono molti iscritti alla Associazione Azionisti Privati Banca Marche e alla associazione di dipendenti Dipendiamo Banca Marche, con sede a Jesi.
L’accordo sul Fondo di Ristoro è stato raggiunto nell’incontro di Palazzo Chigi «dopo ore di dura trattativa», spiega Canafoglia, e prevede la liquidazione fino al 30% delle azioni e fino al 95% delle obbligazioni, con un doppio binario: rimborsi forfettari (diretti) per i risparmiatori che hanno un reddito annuo imponibile fino a 35 mila euro o un patrimonio mobiliare non superiore a 100.000 euro; per tutti gli altri si parla di ricorso a un ‘arbitrato semplificato’ da una tipizzazione delle violazioni massive, davanti alla commissione dei 9 esperti indipendenti creata ad hoc. Chi non rientra nei ristori diretti, dovrà semplicemente «dimostrare la malagestione da parte della banca non necessariamente al solo momento di acquisto delle azioni o delle obbligazioni».