JESI – “Prendi la tua bici” recita ogni colonnina delle postazioni dove sino a poche ore fa stazionavano, inutilizzate perché inservibili, le 19 biciclette elettriche in condivisione del sistema “Bici in città”.
In effetti qualcuno le ha prese, definitivamente, per ora, tutte in una volta, togliendole da una situazione di degrado e incuria che ogni giorno di più andavano accentuandosi. Il Comune, infatti, come già ci aveva anticipato l’assessore Cinzia Napolitano, ha provveduto a ritirare tutto il “carico” per custodirlo in uno dei suoi magazzini.
Almeno così qualcosa si è fatto. Certo, se prima la panoramica del servizio di bici sharing era desolante, adesso non si può dire che sia migliorata.
Perché quelle postazioni vuote ci parlano di un fallimento dopo che tutto il servizio, alla sua inaugurazione nel luglio del 2011, era partito in pompa magna.
Ma poi era proseguito tra mille difficoltà legate alla manutenzione e agli sviluppi del sistema.
Le strade da percorrere sono due, a questo punto, se non si vuole dismettere del tutto: o si cambia il sistema elettronico originale, oppure si tenta di ripristinarlo con costi che, comunque, si aggirano sui 10 mila euro all’anno.
La novità delle ultime ore è che, dalla sede torinese di “Bici in città” qualcuno si è finalmente fatto vivo, prospettando una soluzione.
Restano da quantificare i costi, la “voce” più importante del tutto.