JESI – Cominciano di nuovo ad ingranare la marcia i negozi in centro a Jesi dopo esser stati chiusi per più di due mesi a causa dell’emergenza sanitaria. Il bilancio di questi primi giorni di lavoro è abbastanza positivo, pian piano i clienti stanno tornando a fare acquisti.
Come è stata la ripartenza? Parola ai commercianti di Corso Matteotti.
«La ripartenza è stata un po’ sofferta perché è cambiato il mondo: dobbiamo stare a un metro di distanza, diamo la scarpa alla cliente, le persone entrano una o due alla volta a seconda degli spazi ecc… È cambiato il modo di fare commercio e di fare relazione in negozio» commenta Sergio Felcini, del negozio Felcini.
«Questi primi dieci giorni sono andati benino perché tutte le nostre clienti sono tornate a trovarci. C’è passeggio, le persone entrano in negozio e guardano. Speriamo che arrivi la cassa integrazione e che quindi riprendano anche gli acquisti» afferma Gianna Pierantonelli, Noi Due Boutique.
«È ancora presto per dare un giudizio definitivo ma sono abbastanza soddisfatto di come sono andati questi primi dieci giorni – dichiara Bruno Sassaroli, St. Michel -. La situazione è all’incirca in linea con lo stesso periodo dell’anno scorso, quindi in questo momento possiamo accontentarci».
«Per due mesi siamo stati inesistenti in quanto la mia attività non è online – riferisce Michele Paola, Arteoro -. La ripresa è stata positiva, non me lo aspettavo. Per quanto riguarda le ricorrenze (compleanni e anniversari) quelle degli ultimi due mesi le abbiamo perse mentre le cerimonie (cresime, comunioni e matrimoni) sono state spostate quindi sarà un lavoro che recupereremo nei prossimi mesi».
E se il coronavirus ha reso il 2020 un anno complicato, che cosa si aspettano i commercianti per il futuro?
«Mi auguro che ci sia ripresa e che la gente torni alla vita normale» sostiene Gianna Pierantonelli.
«Finché c’è il coronavirus andiamo avanti così» pensa Sergio Felcini. «Ho vissuto questo periodo di chiusura con delle preoccupazioni ma pensavo alla riapertura del negozio. Adesso quello che mi terrorizza è se dovessimo tornare indietro perché sarebbe veramente un dramma» commenta Bruno Sassaroli.
«Sono positivo e ottimista, l’importante è che non torni l’epidemia ma credo che ormai la strada sia tutta in discesa» sostiene Michele Paola.