JESI – «Che fine ha fatto il Piano Gestione della Riserva Ripa Bianca?». A chiederlo sono David Belfiori, direttore della Riserva, e Jacopo Angelini del WWF Italia. «Il Comune di Jesi- ricordano- nelle scorse settimane ha di nuovo sollecitato con lettera l’avvio dell’iter o la conoscenza delle ragioni che lo stanno impedendo. Nonostante la chiara volontà degli enti locali di procedere con l’iter per l’approvazione del piano di gestione, in Regione Marche sembra prevalere la sensibilità agli umori del mondo venatorio e la preoccupazione di perdere qualche voto dei cacciatori in vista delle prossime elezioni regionali».
Ironizzano direzione della Riserva e WWF: «Il Piano sulla trasmissione “Chi l’ha visto?” di RAI Tre? Forse potrebbe essere l’unica soluzione per ritrovare la proposta in approvazione alla giunta della Regione Marche, per poi iniziare l’iter della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Il piano, inviato nel dicembre 2018 dalla Riserva Ripa Bianca alla Regione Marche, ad oggi non ne è più risorto, dopo un respingimento in Giunta Regionale nel novembre 2019, senza espressa motivazione». Dopo qualche settimana Comune di Jesi e Provincia di Ancona, dietro richiesta della Regione, hanno espresso parere positivo riguardo l’esiguo ampliamento di 60 ettari della superficie della Riserva, pari allo 0,007% del territorio agro-silvo-pastorale regionale e allo 0,04% di quello della provincia di Ancona.
«L’estensione della superficie dell’area protetta è funzionale al raggiungimento dell’ottimale gestione della Riserva Regionale e del Sito Natura 2000 ZSC/ZPS “Fiume Esino in località Ripa Bianca”, che attualmente vede delle porzioni di superfici al di fuori dell’area protetta. L’ampliamento, seppur minimo della superficie, consentirà di eliminare la pressione dell’attività venatoria lungo il tragitto degli uccelli acquatici tra le zone umide della Riserva e quelle all’interno della porzione di sito Natura 2000 attualmente al di fuori di essa».
Il piano di gestione è lo strumento fondamentale per la governance di un’area protetta «perché consente di regolamentare in maniera efficace la gestione del territorio per la conservazione della biodiversità, la vigilanza, la gestione della fauna problematica, il risarcimento agli agricoltori dei danni alle colture agricole, e lo sviluppo economico, in special modo turistico».
«Ma questo, aggiunto al parere positivo degli enti locali, Comune di Jesi e Provincia di Ancona- concludono amaramente Riserva e WWF- sembra di minor importanza rispetto alla volontà di non privare i cacciatori di una superficie pari allo 0,007 % della superficie regionale disponibile per l’attività venatoria».