Jesi-Fabriano

Risposte h24 all’emergenza, il Pronto Intervento Sociale è provinciale. «Metà delle chiamate per donne a cui dare riparo»

I dati del servizio che, attivato da novembre 2023, coinvolge gli Ambiti di Jesi, Senigallia, Fabriano, Falconara, Osimo e le rispettive Caritas, oltre a strutture ricettive e taxi

Pronto Intervento Sociale provinciale, la presentazione

 JESI – L’uomo individuato dalla Polizia Locale mentre vagava nei dintorni di Filottrano e accompagnato alla Casa delle Genti, le due giovani donne in cerca di dimora e alle quali è stata trovata sistemazione presso una struttura ricettiva. Sono alcuni dei 32 casi affrontati, dalla sua istituzione nel novembre scorso, dal servizio di “Pronto Intervento Sociale” che coinvolge e mette in rete cinque Ambiti (Jesi, Senigallia, Fabriano, Falconara, Osimo) e quattro Caritas diocesane, con la collaborazione di otto alberghi, due compagnie di taxi, due centri di accoglienza: 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno la possibilità di trovare e dare una risposta a situazioni di emergenza e urgenza sociali. «In particolare per quanto riguarda accoglienza e trasporto» spiega Maria Laura Berti che il servizio, di cui un primo bilancio è stato presentato nella sede dell’Asp Ambito 9 a Villa Borgognoni, l’ha coordinato.

Marco D’Aurizio, Caritas, e la coordinatrice Maria Laura Berti

Il Pronto Intervento Sociale provinciale è stato avviato, sul finire del 2023, con le risorse dei fondi Pon per l’inclusione ed è proseguito quindi col finanziamento degli ambiti coinvolti (non Ancona, che conta su un suo servizio specifico). «Una rete provinciale di questo tipo rappresenta un unico in Italia» evidenziano il direttore Asp Franco Pesaresi e il direttore Caritas di Jesi, che è capofila delle Caritas coinvolte, Marco D’Aurizio. «Una risposta collettiva e integrata ai bisogni – dice la presidente Asp Gianfranca Schiavoni – che vede la collaborazione di forze dell’ordine e associazioni».

Il Pis può essere contattato e attivato da forze dell’ordine, Ambiti, Caritas e altri centri di accoglienza, estendendo quello che era già il funzionamento del Piano Freddo dei mesi invernali. E garantendo risposte anche in quegli orari e giornate (tardo pomeriggio e notti, sabati e domeniche, festivi) scoperti dai tradizionali orari di servizio. «Trentadue le chiamate emergenziali ricevute nel corso di questa prima sperimentazione – dice la coordinatrice Berti – in tre casi, sono state indirizzate ad altri servizi trattandosi di ambiti specifici, ovvero l’assistenza ai minori e il codice rosso per le donne vittime di violenza, per i quali sono già previsti percorsi propri. Se in un caso non si trattava di situazione di emergenza, sono state invece 28 le chiamate emergenziali di pertinenza del Pis che hanno attivato le procedure. Sono arrivate in 14 casi dalla città di Jesi e per altri 3 dal suo Ambito, ovvero da Rosora, Cupramontana e Filottrano. Undici le attivazioni dall’Ambito di Senigallia, 4 da quello di Falconara. Si è trattato in ben 16 situazioni, la metà, di casi in cui era necessario reperire una accoglienza notturna per delle donne. Altre 11 situazioni hanno riguardato l’accoglienza di uomini, in quattro casi erano nuclei familiari a dover trovare una sistemazione». Il Pis è stato attivato 19 volte dalle forze dell’ordine, 7 dagli Ambiti, 3 dalle Caritas e altre tre da associazioni e centri di accoglienza. La gran parte del budget, poco più di 7.200 euro, è andata a copertura dell’accoglienza, meno di 430 euro per i trasporti.

Obiettivi di sviluppo del progetto, «l’inserimento nel sistema anche del pronto intervento per i minori – dicono i responsabili – e la definizione di un manuale operativo».

Pronto Intervento Sociale provinciale, la presentazione

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