JESI – «Danni per almeno 80mila euro, la stima si aggiorna mano a mano che facciamo il punto. Il colpo peggiore lo ha ricevuto il campo in erba, che andrà sistemato e riseminato, ma ci sarà anche da ripristinare gli argini dei fossi che sono tracimati, rifare i fondi in ghiaia, riallestire strutture danneggiate come ad esempio il campo da calcio a 5. Siamo al lavoro per la completa riapertura ma se c’è una cosa che, devo dire, ci ha guarito l’anima dopo la “botta” è la risposta di solidarietà che ci è arrivata dal mondo rugbistico di tutta Italia». Parola di Luca Faccenda, presidente del Rugby Jesi ’70 ancora alle prese con i postumi dell’allagamento che ha colpito, il 16 maggio scorso, l’impianto sportivo casa della palla ovale jesina.
«L’attività sportiva, fortunatamente, sta regolarmente andando avanti sul campo in sintetico, risparmiato dall’evento dato che l’acqua uscita dai fossi si è indirizzata tutta sulla parte del campo in erba con annessi spogliatoi, club house, segreteria e attrezzature sportive – dice Faccenda – ci stiamo mano a mano rialzando e, via via che riusciamo ad avere un quadro più chiaro, si definisce meglio anche l’entità di ciò che è andato perduto e dovrà essere recuperato. Di certo, il campo in erba dovrà restare fermo e non potrà essere utilizzato fino alla realizzazione degli interventi necessari».
Il Club ha anche lanciato una raccolta fondi, cui è possibile partecipare effettuando un bonifico sull’IBAN del conto corrente IT20T0870521200000000202706, intestato a Rugby Jesi 1970 SSD.
«Devo dire che la risposta di solidarietà da tutta Italia è stata commovente – dice Faccenda – ad oggi sono stati raccolti oltre 12mila euro. La comunità rugbistica nazionale ha risposto presente, le immagini della devastazione viste da chi, solo pochi giorni o settimane prima era stato qui sul nostro campo per giocare o seguire i propri figli che partecipavano ai tornei che abbiamo ospitato, hanno colpito molto». Ci sarà anche da fare il punto per evitare quanto più possibile che la tematica si riproponga in futuro. «Occorre un intervento deciso da parte di Demanio e Consorzio di Bonifica delle Marche, che hanno competenza sui fossi che corrono nelle vicinanze dell’impianto. Sono certo che faremo fronte comune con l’amministrazione e che il Comune di Jesi, che è proprietario di una struttura sportiva gestita dal Rugby Jesi ’70 ma che è pubblico patrimonio dell’intera città, ci supporterà nella richiesta a chi di dovere di fare la propria parte».