JESI – «L’evoluzione di un progetto avviato quattro anni fa, con una politica concentrata sui giovani e la consapevolezza che l’organizzazione è fondamentale. Qui c’è una realtà che fa le cose seriamente e che si è rimboccata le maniche. Lo dico da portavoce di almeno 60 persone che, essenzialmente per volontariato, lavorano per farla andare avanti». Così Luca Faccenda, presidente del Rugby Jesi ’70, nel presentare le novità nei quadri tecnici della palla ovale jesina. «Un nuovo Responsabile sviluppo Club, Francesco Possedoni, che è direttore sportivo e direttore tecnico. L’introduzione di figure come Marco De Rossi, già nazionale azzurro e formatore ai massimi livelli, e Ernesto Ballarini, che tanto bene ha lavorato a Pesaro. Il settore femminile, con l’impegno di Claudia Quaresima e poi il Rugbytots, innovativa formula per l’educazione psicomotoria dei più piccoli attraverso la palla ovale».
Plaude agli sforzi del Rugby Jesi ’70 l’assessore allo sport Ugo Coltorti: «Impossibile non voler bene a questo mondo e a questa società che tanto bene sta facendo, come ha dimostrato con l’impegno per realizzare il secondo campo di gioco dell’impianto. Il loro lavoro non è solo aumentare il numero dei bambini che fanno rugby ma è un vero e proprio servizio alla città e un migliorarne la vita».
Fissa gli obiettivi il nuovo Responsabile sviluppo Club, Francesco Possedoni: «Passare dagli attuali 110 bambini a 160 nel mini rugby, ovvero fra under 6 e under 14. Avere una under 16 ai massimi livelli nazionali, ovvero nei campionati Elite. Infine una prima squadra che sappia tornare in B e restarci in maniera stabile. Sono i traguardi che ci siamo posti nell’ambito di un programma triennale. Alla base, sempre i nostri valori e l’idea di sport come aggregazione. La struttura c’è, ora dobbiamo crescere. La sfida mi stimola». Spiega Possedoni: «L’inserimento in organico di tecnici come Ernesto Ballarini, che ha costruito il salto in serie A di Pesaro e preparerà la nostra under 18, e di Marco De Rossi, con il suo curriculum di allenatore internazionale, rappresenta un grande valore aggiunto».
De Rossi racconta: «Ho trovato un impianto sportivo fra i dieci migliori d’Italia per il rugby. E una società coraggiosa. Pochi quelli che decidono di lavorare sulla crescita della struttura invece di puntare a vincere subito il campionato in un anno, per poi scomparire. Ancora meno quelli che accettano di far venire una persona da fuori, accettarne anche le critiche, ascoltarne i consigli. Tutto si svolge nel confronto, è bello il rapporto con gli allenatori e provare ad aiutarli a migliorare le squadre. Porto la mia esperienza, il che non significa voler portare il professionismo a Jesi ma significa professionalità».
Ballarini parla di «umiltà e voglia di crescere. Con Jesi ci conosciamo da “vicini di casa”, il progetto è interessante perché per carattere mi piace costruire. Qui c’è la possibilità di farlo in una realtà intenzionata a programmare».
Non solo leoncelli ma anche leoncelle. Claudia Quaresima è giocatrice e responsabile del settore femminile: «Una scommessa iniziata un anno e mezzo fa fra mamme, moglie, fidanzate, sorelle di giocatori. Aver ospitato il Sei Nazioni femminile lo scorso febbraio ha dato una bella spinta a noi e a tutto il movimento marchigiano. Puntiamo ad avere una under 14 e una under 16, mentre le più grandi giocano già la Coppa Italia di rugby a sette».