JESI – «Mi piacerebbe riuscire a portare questo club, insieme ai miei compagni, più in alto possibile». Così Manuele Grecu, jesino, pilone destro e capitano della formazione Under 16 del Rugby Jesi ’70. I giovani leoni allenati da Luca Marinelli e seguiti dal preparatore atletico Andrea Doninelli mantengono alto il livello del lavoro sul campo, nell’attesa, e con la speranza, di tornare presto al rugby vero e proprio a tutti gli effetti.
«A me e ai miei compagni- spiega Manuele- mancano in questa fase il contatto fisico e il poter giocare e confrontarsi con gli avversari delle altre squadre. Questo virus per tutti noi è stata una brutta botta, che ci ha colti di sorpresa. Ma per fortuna siamo riusciti e riusciamo comunque a mantenere l’allenamento. Al punto che, quando ci siamo rivisti dopo l’ultima sosta per le feste, tutta la squadra si è ritrovata anche migliorata sotto tanti aspetti».
Un gruppo di cui Grecu è capitano e leader. «Essere capitano di una squadra – spiega il giovane rugbista – ha di certo un suo peso. Non solo in campo ma anche fuori, perché è importante sapere guidare e al tempo stesso sapere giocare insieme ai propri compagni. Con la maggior parte di loro ci conosciamo bene da anni, altri invece sono arrivati e si sono integrati nel gruppo nella passata stagione. Ma abbiamo presto trovato insieme una buona sintonia».
Un legame forte che si estende anche allo staff. «Con Luca Marinelli, il nostro allenatore, mi conosco sin da quando ho iniziato a giocare da piccolo. E si è creato negli anni un bel rapporto. Andrea Doninelli ci segue dall’anno passato ma siamo subito entrati tutti nel clima giusto. Come preparatore, trova il modo di farci piacere e apprezzare anche gli esercizi più difficili».
Studente all’IIS Marconi Pieralisi di Jesi, Manuele e la palla ovale sono insieme praticamente da sempre. «Gioco da circa dieci anni, ho cominciato da bambino. Quasi per caso: mio padre mi ha portato a vedere una partita, sono rimasto affascinato e ho voluto provare e infine questo sport non l’ho lasciato più. Quando ho iniziato la scuola superiore, nei primi tempi non è stato facile riuscire a far marciare insieme lo studio e lo sport. Ma poi mi sono dato dei programmi e li ho rispettati».
Di programmi, e progetti ce ne sono di ambiziosi anche sul rettangolo di gioco. «Dove vorrei arrivare? Di certo mi piacerebbe, pure in prima squadra, portare a livello anche molto alto questo club. E fare crescere, con i miei compagni, questa che a tutti gli effetti è diventata ormai una seconda casa».