JESI – «Ripartire facendo tesoro di quanto accaduto. E compiere, dal punto di vista della mentalità, un salto di qualità che ci consenta di riportare in B una squadra in grado di restarci stabilmente». Così Luca Faccenda, presidente del Rugby Jesi ’70, al termine di una stagione dal doppio volto per la società leoncella. Da un lato le gioie: realizzato e messo in uso a tempo di record il nuovo, secondo campo da rugby dell’impianto di via Mazzangrugno, portato a Jesi con enorme successo il Sei Nazioni femminile, protagonista al Carotti con Italia- Galles lo scorso febbraio. Dall’altro l’amarezza per l’epilogo del campionato della prima squadra in serie B, chiuso con la retrocessione.
Spiega un determinato Faccenda: «Ci siamo già rimessi al lavoro e ho chiesto al nuovo responsabile dello sviluppo del Club Francesco Possedoni, che sarà una sorta di direttore tecnico e direttore sportivo, al vice presidente Emanuele Pulita e al confermato allenatore della prima squadra Mariano Fagioli un progetto che a partire dal settore giovanile, dove sempre di più dovremo fare numeri e qualità, costruisca una squadra che, anche nell’arco di due o tre anni, possa tornare in B con tutte le carte in regola per rimanerci». Prosegue il presidente: «E’ un progetto che parte ora e che nell’under 14 e under 16 attuali deve vedere la prima squadra del futuro- dice il presidente della palla ovale jesina- fondamentale sarà riuscire ad arrivare ad una mentalità sempre più professionale, pur rimanendo nell’ambito del dilettantismo. Il che non significa certo lasciare fuori alcuno ma continuare a coinvolgere tutti quelli che possono essere in grado di garantire un certo tipo di impegno, che tutti noi dirigenti mettiamo già e dal quale non si può prescindere se si vuole crescere».
Secondo Faccenda: «Jesi a questo punto ha tutte le carte in regola per un salto di qualità definitivo. In quattro anni da presidente ho visto due promozioni e due retrocessioni, ora occorre crescere. Con il secondo campo e la costruzione anche degli spogliatoi, che saranno finiti entro un paio di mesi, il nostro impianto non avrà alcunché da invidiare a quelli di società di categorie di molto superiori. Il settore giovanile si fa valere anche nel confronto con realtà di regioni di grande forza e tradizione e dovrò crescere ancora, se necessario anche facendo ricorso a qualche nuovo allenatore da fuori. Anche per la Seniores dunque è arrivato il momento di avviare un percorso di crescita».