Jesi-Fabriano

Rugby Jesi ’70, tutta l’amarezza di uno stop. «Ma se sarà possibile e saremo una squadra, giocheremo»

Addio definitivo alla possibilità che il campionato di Serie B, già rinviato, riesca a partire. Possedoni: «L’ipotesi Fir, nel caso in cui la situazione migliori, è un’attività facoltativa con tamponi settimanali»

Il Rugby Jesi a Perugia in amichevole lo scorso ottobre

JESI – «Ci siamo riuniti coi ragazzi e insieme abbiamo deciso di provare comunque a dare continuità: la società si è detta disponibile a mantenere lo staff tecnico e, quando si potrà, a farli allenare. Se, e quando, sarà possibile giocare, e se saremo una squadra, giocheremo». Così Francesco Possedoni, responsabile sviluppo club del Rugby Jesi ’70, prende atto della nuova situazione: impianto attualmente chiuso in via Mazzangrugno e attività sospesa a seguito della “zona rossa” causa Covid della provincia di Ancona, addio ormai definitivo alla possibilità che il campionato di Serie B, rinviato prima al 7 marzo e poi all’11 aprile, possa partire.

«La Federazione– spiega Possedoni – ha realisticamente preso coscienza del fatto che, vista l’emergenza sanitaria e il diffondersi delle varianti del virus, nessuno può in questo momento dire se si giocherà o meno. I presupposti non ci sono». E dunque si cambia strada.

Francesco Possedoni, responsabile sviluppo club del Rugby Jesi ’70

La Fir ha comunicato: «L’evoluzione della pandemia non consente allo stato di pianificare la ripresa dell’attività agonistica nazionale così come originariamente prevista. Il Consiglio Federale ha condiviso al tempo stesso principi e obiettivi per rendere possibile nei mesi a venire – compatibilmente con gli sviluppi della situazione sanitaria e delle disposizioni governative vigenti – un’attività agonistica facoltativa senza finalità di classifica e di libera partecipazione, flessibile e dal basso impatto economico per le Società affiliate. La partecipazione all’attività agonistica facoltativa, organizzata a livello regionale o interregionale con il supporto dei Comitati Regionali, sarà rivolta alle Società iscritte nella stagione attuale ai Campionati inseriti nella lista delle attività di preminente interesse nazionale pubblicata sul sito del CONI, vale a dire Serie A Maschile e Femminile, Serie B, Serie C Gironi 1 e 2, U18 e U16 Maschile e Femminile e prevedrà da parte di tutte le Società intenzionate a parteciparvi l’ottemperanza al protocollo ad oggi in vigore per la disputa del Campionato Italiano Peroni TOP10, con l’obbligo di sottoporsi a tampone settimanale per tutti i membri del Gruppo Squadra individuato».

Spiega Possedoni: «L’ipotesi è, nel caso in cui la situazione migliori, di svolgere un’attività facoltativa, seguita dai Comitati regionali, con tamponi settimanali e protocolli di sicurezza per chi vi prende parte. Si tratterà sostanzialmente di amichevoli. Occorrerà poi vedere quali potranno essere i costi da affrontare e anche quali e quante società decideranno di partecipare. Noi, per non perdere del tutto il lavoro comunque fatto in questi mesi dai ragazzi, abbiamo ipotizzato, se ce ne sarà la possibilità e lo si potrà fare mettendo tutto e tutti in sicurezza, di continuare. In zona rossa, i ragazzi si allenano e si alleneranno individualmente. Quando e se sarà possibile riprendere, valuteremo quale sarà la situazione».

Una veduta dall’alto del rinnovato impianto per il rugby di Jesi

Ricorda Possedoni: «Altre società in questi mesi si erano fermate, noi abbiamo sempre cercato resistere, anche se via via la chiusura delle scuole e lo stop per chi veniva da classi o istituti in quarantena avevano fatto ultimamente calare un po’ l’attività. Ma siamo stati contenti del movimento che eravamo riusciti a mantenere e avevamo visto anche tanti volti nuovi. Seguiremo ancora questa linea, quando si potrà riprendere. Abbiamo già comunicato che l’attività andrà avanti fino a giugno, in sicurezza e senza oneri. Per noi ciò che conta ed è importante è la volontà di mantenere la possibilità di far svolgere a quanti più possibile attività sportiva e motoria».