JESI – Taglio del nastro questa mattina (12 dicembre) al presidio Murri di Jesi per l’ambulatorio dedicato ai disturbi del comportamento alimentare dell’Area Vasta 2.
Al piano terra del presidio sono state ricavate due stanze, all’interno dell’area del Dipartimento di Salute Mentale, dedicate ad affrontare queste problematiche. A fare gli onori di casa è stato il direttore del Dipartimento Massimo Mari: «L’Area Vasta lavora da sempre su questa tematica: questi locali sono un ulteriore tassello. Inoltre, per dare completezza al percorso, a metà del prossimo anno, saranno realizzati dei posti letto e situazioni residenziali per quelle situazioni che li richiedono».
Presenti anche i vertici dell’Asur, tra cui il direttore di Area Vasta Maurizio Bevilacqua, che ha evidenziato il «lavoro di rete» svolto per dare questa risposta all’utenza. Gli ha fatto eco il direttore generale dell’Asur Alessandro Marini: «La tragedia avvenuta a Corinaldo (leggi l’articolo) è stata egregiamente affrontata dalla macchina sanitaria: molti gli ospedali coinvolti, tra cui anche Jesi, che hanno gestito una situazione gravissima. Spesso si parla di quel che non va negli ospedali, riferendosi però a cose futili e marginali: oggi voglio per questo sottolineare il buon funzionamento delle strutture nel gestire situazioni molto serie». A salutare i presenti anche la dottoressa Virginia Fedele, direttore del distretto ospedaliero di Jesi Asur Area Vasta 2, che il prossimo 18 dicembre andrà in pensione.
«Dobbiamo ragionare in termini di Area Vasta – ha aggiunto l’assessora del Comune di Jesi Maria Luisa Quaglieri -. I locali inaugurati quindi avranno questa funzione per tutto il territorio».
«Prezioso è stato il lavoro di tante persone – ha aggiunto Nadia Storti, direttore Sanitario dell’Asur -. Abbiamo dato una risposta in termini di progettualità per quelle che chiamo “patologie fantasma” perché si ritengono minori ma sono reali». I locali sono stati benedetti dal vescovo Gerardo Rocconi. Sui disturbi alimentari il Ministero della Salute spiega: «Dagli anni ‘90 la notevole accelerazione della globalizzazione di modelli e stereotipi sociali, favorita dai nuovi mezzi di comunicazione digitale, le trasformazioni culturali delle abitudini familiari e sociali del mangiare e della convivialità, hanno portato ad un aumento vertiginoso dei disturbi alimentari con una vera e propria “epidemia sociale”. In Italia sono ormai circa 3 milioni le persone affette da queste patologie, tra cui le più conosciute sono l’anoressia, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata».