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Salute in carcere, a Chiaravalle l’incontro sul tema del Pd Marche

Il dibattito ha messo in luce dati allarmanti relativi al 2024: 76 suicidi, 1.778 tentati suicidi e oltre 11mila episodi di autolesionismo nelle carceri italiane, spesso causati da precarietà igienico-sanitaria e difficoltà nell’accesso alle cure, inclusa la medicina di genere

Salute in carcere, a Chiaravalle l'incontro sul tema del Pd Marche
Salute in carcere, a Chiaravalle l'incontro sul tema del Pd Marche

CHIARAVALLE – Il 18 novembre scorso si è tenuto a Chiaravalle, l’incontro organizzato dal PD Marche con il Tavolo Diritti, Pace e Immigrazione su “La salute in carcere”.

Grandissima e significativa è stata la partecipazione all’iniziativa che ha acceso i riflettori sulla condizione delle persone detenute nelle carceri marchigiane. Sono intervenuti esponenti nazionali, regionali e locali del Partito Democratico, esperti e volontari nelle persone di Silvano Schembri della Caritas diocesana e Samuele Animali dell’associazione Antigone, nonché l’avvocato Andrea Nobili, ex Garante dei detenuti per le Marche.

Anna Rosa Cianci, referente per i Diritti Umani del PD Marche, ha condotto la discussione: «I relatori hanno esaminato gli aspetti giuridici sociali, sanitari, politici e amministrativi in merito alla detenzione e alla tutela della salute in carcere. Sono emerse gravi carenze strutturali e un’insufficiente tutela del diritto alla salute per i detenuti. Molte le criticità che permangono negli istituti, come la mancanza di cure adeguate, l’assenza di consapevolezza da parte dei detenuti riguardo ai propri diritti sanitari e condizioni di vita inaccettabili che vanno ben oltre la privazione della libertà personale». Gli intervenuti hanno sottolineato quindi che il carcere debba garantire comunque l’accesso a cure mediche essenziali a una popolazione spesso esclusa dai servizi sanitari di base.

Le deputate Dem Irene Manzi e Debora Serracchiani, quest’ultima responsabile Giustizia del PD, hanno partecipato attivamente al confronto con contributi particolarmente significativi. Serracchiani non ha risparmiato critiche alle recenti dichiarazioni del sottosegretario Delmastro, ribadendo l’importanza di un approccio rieducativo e di cura, pilastri irrinunciabili di una giustizia rispettosa della Costituzione.

Il dibattito ha quindi messo in luce dati allarmanti relativi al 2024: 76 suicidi, 1.778 tentati suicidi e oltre 11.000 episodi di autolesionismo nelle carceri italiane, spesso causati da precarietà igienico-sanitaria e difficoltà nell’accesso alle cure, inclusa la medicina di genere. Inoltre, è stato evidenziato il contributo della legge sulle droghe al sovraffollamento delle carceri, con oltre il 20% dei detenuti affetti da dipendenze.

«In prigione tutto si distorce e tutto si amplifica se non arrivano risposte adeguate dall’esterno – si rammarica Anna Rosa Cianci. Il disagio è forte e il principio di equivalenza delle cure con i cittadini liberi non rispetta quello di equità. Occorre lavorare prima di tutto sul piano culturale per decostruire l’idea della inevitabilità del carcere; è necessario impegnarsi politicamente in favore di una giustizia riparativa e per la prevenzione della commissione di reati. Purtroppo, è in atto da parte della destra meloniana un preoccupante processo disumanizzazione nei confronti delle persone fragili e che nella vita hanno sbagliato. Le soluzioni adombrate sono un ritorno al passato».

All’incontro sono anche intervenuti la capogruppo Anna Casini e i consigliari regionali del Partito Democratico Mangialardi, Mastrovincenzo e Bora, attenti e critici osservatori della condizione delle persone detenute nelle carceri marchigiane. La referente del Tavolo Diritti umani, Anna Rosa Cianci, ha chiuso l’evento garantendo l’impegno del Partito: «Il PD Marche continuerà a porre al centro del dibattito pubblico la questione delle carceri, proponendo soluzioni concrete come la necessità di aumentare i posti REMS, il miglioramento delle condizioni di detenzione, la tutela dei minori a rischio, il diritto all’ascolto». È necessario, ha affermato, combattere un processo di disumanizzazione in atto, proponendo al contrario una giustizia riparativa e politiche orientate alla prevenzione.

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