JESI – «Possono essere stimati intorno alle 1.500, 1.600 le persone affette da demenza nel territorio della Vallesina. Se il trattamento farmacologico è in una fase di stallo, quello che mira alla riabilitazione cognitiva del paziente può raggiungere il risultato di tenere il più a lungo possibile in famiglia il malato. E nell’attività di informazione, formazione e consulenza ai familiari, un ruolo importante può averlo il volontariato». A dirlo è il dottor Claudio Alesi, primario dell’Unità Operativa di Neurologia all’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Qui è in via di introduzione la novità di una attività d’ambulatorio riservata e dedicata, un giorno a settimana, ai pazienti affetti da demenze. Attività che vedrà coinvolta l’Associazione Alzheimer Marche per curare il rapporto coi familiari dei malati.
Nel corso delle prossime settimane, le visite presso il reparto di Neurologia dell’Urbani dei pazienti affetti da demenza, legata in gran parte all’Alzheimer ma non solo, saranno indirizzate verso il giorno settimanale infine scelto. «Dalle famiglie- spiega l’assessora ai servizi sociali del Comune di Jesi Marialuisa Quaglieri– è emersa l’esigenza di giorni di visita specifici e riservati, data la complessità delle questioni affrontate». Per il direttore d’Area Vasta 2 Maurizio Bevilacqua si tratta del segno di «una sanità che si evolve, in direzione della qualità e dell’attenzione alle famiglie».
Esprime soddisfazione per l’Associazione Alzheimer Marche la presidente Sara Secondini: «Stare vicini alle famiglie dei pazienti nel momento della visita neurologica ci rende ancora più orgogliosi del lavoro che facciamo». Il sindaco Massimo Bacci fissa l’obiettivo: «Arrivare per la primavera del 2020 all’inaugurazione della nuova sede del Centro Alzheimer».