JESI – Un gruppo di lavoro in tema di sanità e tutela della salute creato in seno alla segreteria cittadina. A vararlo è il Pd, che ne ha affidato il coordinamento al dott. Elvio Giaccaglini, già primario di neurologia all’ospedale di Jesi, e lo presenta con il segretario Stefano Bornigia, il consigliere regionale Enzo Giancarli e il capogruppo in Consiglio Osvaldo Pirani, a sua volta responsabile di radiologia per l’intera Area vasta 2. Con una idea base. «Il completamento dell’ospedale Carlo Urbani, per cui tanto si è lavorato, non è stato un punto d’arrivo ma di partenza» spiega Giancarli. Un ospedale che, secondo Pirani, «è funzionale e funziona bene ma vive una crisi di identità».
Punti forti del gruppo: «Recuperare l’area circostante l’ospedale Urbani, il vecchio Murri e il suo parco per farne una Cittadella della Salute. Vanno ricavati lì, e non al vecchio ospedale di viale della Vittoria come vorrebbe invece il programma di mandato dell’amministrazione Bacci, i posti letto per Rsa e post-acuzie che mancano sul territorio. E poi far evolvere il Carlo Urbani: va creata una sala angiografica, si punti sulla chirurgia robotica. I posti rimasti vacanti, siano coperti in automatico: l’accorpamento fra broncopneumologia e medicina deve essere solo temporaneo».
Spiega Giaccaglini: «Proponiamo una idea di programmazione che ha rappresentanza istituzionale e guarda a tutto il territorio. E ciò di cui parliamo per l’Urbani non è una richiesta di qualcosa alla Regione ma quella che deve essere la naturale evoluzione di numeri e competenze nella sanità jesina». Secondo Giaccaglini: «È urgentissimo affrontare il tema dei posti letto mancanti per la post-acuzie. Non ci convince l’idea espressa dall’amministrazione comunale Jesi nel programma di mandato di ottenerne parte all’attuale Casa di Riposo e parte al vecchio ospedale di viale della Vittoria. La Cittadella della Salute fra Carlo Urbani e Murri è la soluzione».
Ricorda Pirani: «Il Carlo Urbani deve evolvere. A partire dallo sviluppo tecnologico. Il blocco operatorio è stato realizzato utilizzando cinque delle sei sale disponibili. La sesta, già attrezzata, può essere utilizzata per la necessaria sala angiografica. E si guardi poi alle potenzialità della chirurgia robotica. Quanto all’organico, ora che la programmazione è stata definita non ci sono più scuse per non coprire i posti vacanti. Anche se è vero che spesso c’è competizione fra strutture perché c’è carenza di certe figure professionali».