JESI – Un incontro urgente con Asur Marche e Regione per approfondire le problematiche degli ospedali di Area Vasta 2. A sollecitarlo è il sindaco Massimo Bacci, coadiuvato dal collega di Senigallia, Maurizio Mangialardi. Qualche giorno fa, i delegati sindacali hanno formalizzato il dossier sulle criticità di reparti e uffici dell’azienda sanitaria e sono in attesa di risposta da parte della direzione generale.
Fra le segnalazioni, la cronica carenza di organico, le strutture non adeguate per i dipendenti, né per l’utenza, la mancanza di privacy in alcune unità operative e negli ambulatori, le troppe barriere architettoniche. Per dire, nel magazzino Asur di via Guerri a Jesi c’è ancora il tetto in amianto.
«C’è un grande allarme da parte delle maestranze e dei rappresentanti sindacali – evidenzia il sindaco Bacci -. Dall’altra parte, Asur Marche e Regione rassicurano che tutto è in fase di risoluzione. Per chiarire definitivamente la situazione, ho chiesto, assieme al sindaco Mangialardi, di incontrare a brevissimo la politica e la direzione generale dell’azienda sanitaria in una conferenza dei sindaci. Lo riteniamo doveroso, le delucidazioni sono imprescindibili».
Torna a farsi sentire anche la Cgil, con particolare riferimento al piano ferie estivo. «L’Asur – sostiene il sindacalista Giacomo Mancinelli – ha dichiarato che la riorganizzazione ed il riassetto dei Reparti per l’estate, al fine di permettere le ferie estive dei dipendenti, obbligatorie, per legge e da contratto nazionale, almeno 15 giorni continuativi nel periodo dal 1 giugno al 30 settembre, riguardo gli accorpamenti e la riduzione dei posti letto, sono gli stessi attuati lo scorso anno in occasione del piano ferie estivo 2018.
Ma i numeri smentiscono tale affermazione. Inoltre, non è finita qui, mentre il piano ferie 2018 era accompagnato dal prospetto analitico circa le assegnazioni di personale infermieristico, ostetriche ed operatori socio-sanitari, quello del 2019, non solo non è accompagnato da alcun piano di assunzioni, ed il dott. Coacci, il giorno 7 maggio, aveva formalizzato all’Asur una richiesta di acquisire almeno 70 persone per poter assicurare il piano ferie estivo 2019, chiedendo, a tal proposito, espressamente, la copertura di almeno 2,7 milioni di euro per sostenere la relativa spesa, ma è pervaso solamente dal discorso sulle proroghe che, in sostanza, l’Area Vasta 2 già aveva coscienziosamente comunicato di fare, autofinanziando le medesime attraverso il personale cessato a vario titolo, compresi coloro che sistematicamente partono per dimissioni volontarie».
Ecco, quindi, l’affondo: «Ridurre quest’anno i posti letto, chiudere un intero reparto di degenza come nel caso della Clinica Universitaria Reumatologica di Jesi, accorpare le specialità (con rischi per il personale e per gli ammalati), trasferire intere dotazioni organiche di infermieri turnisti H24 in altri reparti (sempre nel caso della Reumatologia, ponendoli in estrema difficoltà, emotiva e professionale, onesti lavoratori che dopo anni ed anni di attività in uno stesso servizio si vedono coattamente spostati altrove), nel tentativo goffo di dare una risposta ad un diritto, le ferie, a discapito di un altro diritto fondamentale, quello della salute – tuona la Cgil -, non solo non si era mai verificato in precedenza – quindi altro che stessa procedura adottata lo scorso anno – ma lasciamo il giudizio ai cittadini, e soprattutto ai Sindaci del vasto comprensorio dell’Area Vasta 2».