JESI – «Si utilizzino i medici di famiglia per collaborare con il Pronto Soccorso e aiutarlo a smaltire i codici verdi e bianchi». E’ la proposta del dottor Franco Iantosca, già responsabile del Servizio di Gastroscopia ed Endoscopia digestiva del Carlo Urbani, oggi in pensione, presidente del neo costituito “Comitato a difesa dell’ospedale cittadino Carlo Urbani e della Sanità dell’Area Vasta 2”. La nuova realtà si è presentata con un incontro pubblico alla sala ex II Circoscrizione di via San Francesco. «Prenditi cura di chi ti cura», il motto che è stato scelto. Ma di tutti i primi cittadini dei Comuni dell’Area Vasta 2 invitati all’incontro, solo due hanno risposto alla chiamata.
La prima, Giuseppina Spugni, neo sindaca di Poggio San Marcello, ha parlato della sua esperienza lavorativa proprio al Cup del Carlo Urbani: «Siamo al front office in trincea, costretti a dire agli utenti che visite ed esami sono disponibili solo lontano o con lunghi mesi d’attesa. E ci troviamo ad affrontare la rabbia della gente. Come amministratori dobbiamo unirci». Il secondo, il confermato sindaco di San Paolo di Jesi, Sandro Barcaglioni: «Proprio in questi giorni al Cup mi sono sentito rispondere che, delle due prenotazioni che dovevo fare, una era disponibile a novembre 2020, l’altra per niente oppure andando a San Benedetto del Tronto o Grottammare. Pensavo d’essermi mosso per tempo, prenotando ora per settembre. Ma per essere a tempo avrei dovuto muovermi due anni fa».
Del consiglio di gestione del Comitato fanno parte appunto Franco Iantosca (Presidente), Luca Bernardi (Vice Presidente e Consigliere), Paola Cocola (Segretario e Consigliere), Danilo Vitali (Tesoriere e Consigliere), Teresa Simonetti (Consigliere), Michele Ciarimboli (Consigliere). «Il Comitato non ha fini di lucro- spiegano gli aderenti- e il suo scopo è operare nella prospettiva del recupero e del conseguente mantenimento della piena funzionalità dell’Ospedale di Jesi. L’azione sarà volta a contrastare il progressivo depotenziamento e depauperamento in atto del nosocomio, due eventi che si stanno concretizzando attraverso la chiusura, la riduzione dell’operatività e qualsivoglia altra limitazione di unità operative complesse e semplici dell’ospedale medesimo già esistenti in passato».