JESI – «Non avendo avuto la possibilità di replicare, in quanto non invitati, alla conferenza stampa di presentazione della Regione del progetto derivante dai fondi del Pnrr per la realizzazione di Ospedale e Casa della Comunità, riteniamo di fare alcune osservazioni in merito». Così Pasquale Liguori, responsabile del Tribunale del Malato di Jesi.
«Intanto diciamo subito – afferma Liguori – che, se l’Assessore (Saltamartini, nda) avesse voluto premiare, così come ha detto, il Carlo Urbani per “l’efficienza straordinaria” dimostrata durante la pandemia, si sarebbe dato da fare subito per far fronte alla carenza di personale che sta affliggendo da tempo i reparti del nostro ospedale, in modo tale da consentire anche agli operatori sanitari, stremati per i turni massacranti a cui sono stati sottoposti, di fare riposi e ferie».
«Se avesse voluto – prosegue Liguori – davvero premiare il Carlo Urbani, avrebbe inserito nel progetto Pnrr anche Jesi tra le realizzazioni di nuove strutture per l’emergenza, come ha fatto per Senigallia e Fabriano, vista la situazione in cui versa il pronto soccorso per organico e spazi. E veniamo al progetto: intanto sono anni che i cittadini di Jesi aspettano una Casa della Salute, stessa cosa della Casa della Comunità, promessa già dai precedenti amministratori regionali e mai realizzata. Ricordiamo che la Casa della Salute funziona ormai da molti anni in altre Regioni come Toscana e Emilia Romagna, cosa che ha permesso di gestire con più efficienza la pandemia con meno problemi per i pazienti».
Aggiunge Liguori: «Veniamo poi alla criticità maggiore del progetto: i cittadini devono sapere che non sono previste assunzioni di personale da destinare all’Ospedale ed alla Casa della comunità se non, forse, a partire dal 2027, per cui per tutto il periodo di operatività del Recovery fund esse non saranno attivate. E se, come riteniamo, la Regione pensa di utilizzare per queste strutture l’attuale personale del Distretto Sanitario, si sbaglia di grosso. Esso non è assolutamente sufficiente né formato per questo tipo di attività. Anche dal 2027 il finanziamento del personale rimane molto incerto perché al momento non c’è copertura finanziaria». Infine, «ultimo aspetto ma non meno importante è che, per garantire il funzionamento della Casa di Comunità, è assolutamente necessaria l’adesione massiccia al progetto dei medici di medicina generale, altrimenti il progetto è destinato a fallire. E noi cittadini ci ricordiamo molto bene quali difficoltà ci sono state per coinvolgere i medici di medicina generale per attività molto meno onerose al livello economico, vedi le prenotazioni di prestazioni sanitare e i vaccini».