JESI – Il sopralluogo di un’ora e mezzo circa, all’ospedale di Jesi, è avvenuto mercoledì 17 gennaio scorso, in mattinata.
Con Giuliana Chiorrini, moglie di Carlo Urbani, il direttore dell’Area Vasta, Maurizio Bevilacqua, Virginia Fedele, direttrice sanitaria della struttura e l’assessore Marialuisa Quaglieri che ha la delega del coordinamento in ambito sociale e sanitario delle relazioni con la Regione e l’Azienda Sanitaria Regionale.
L’ospedale, intitolato al “medico della Sars”, era stato al centro, nei giorni scorsi, di una lettera aperta nella quale la famiglia del noto medico – Giuliana Chiorrini e i figli -, scomparso il 29 marzo del 2003, aveva reso noto il proprio disappunto sullo stato della struttura «trasformata in un bacino sanitario precario» esprimendo la propria indisponibilità al permanere dell’intitolazione al «nome di Carlo» (leggi l’articolo).
«Abbiamo fatto un giro nei reparti, quelli più critici con carenza di personale e quelli che funzionano al meglio, e c’è stata espressa la garanzia che al più presto, per cominciare, si interverrà sul pronto soccorso che è il servizio più disastrato».
I tempi? Non si sa ancora. «Bisognerà monitorare la situazione e vedere come andranno le cose».
«Certo, se al depauperamento dei servizi sanitari e degli organici non si troverà una soluzione consona, ritorneremo a prendere posizione, staremo molto attenti agli sviluppi futuri».