Jesi-Fabriano

Ospedale di Jesi, il Tribunale del Malato: «Chirurgia a ciclo breve a rischio»

L'allarme del presidente Pasquale Liguori: «Dai 740 interventi del 2016 ai 1490 del 2018, fino agli 800 sino a giugno di quest’anno. Ma, appena riaperta dopo i tagli per le ferie estive, ci sono già voci di corridoio che dicono che a fine anno la Day Surgery chiuderà definitivamente»

L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi
L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi

JESI – Allarme per la Day Surgery, la Chirurgia a ciclo breve dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi. A lanciarlo è il presidente del Tribunale del Malato di Jesi, Pasquale Liguori. Secondo questi: «Appena riaperta dopo i tagli durante le ferie estive, ci sono già voci di corridoio che dicono che a fine anno la Day Surgery chiuderà definitivamente, dopo che il responsabile del reparto andrà in pensione. Se avvenisse, a pagarne le conseguenze come solito sarebbe il paziente».

Spiega Liguori: «Oggi l’utente fruisce di questa struttura per interventi di piccola entità, con un ricovero di una sola giornata e senza mettersi in lista di attesa nel reparto di riferimento, dove si troverebbe ad attendere molto più a lungo dato che la sua patologia finirebbe in coda a quelle più importanti».

Liguori snocciola i dati: «Per far capire l’importanza della Day Surgery, basta citare i numeri di questa attività. Partita nel giugno del 2016 con 740 interventi, negli anni successivi la Chirurgia a ciclo breve è andata sempre più a crescere: 1322 nel 2017, 1490 nel 2018 e 800 sino a giugno di quest’anno. Gli effetti positivi della Day Surgery non sono solo per i pazienti ma anche per le casse dell’ASUR, che con essa ha un risparmio di costi di ricovero rispetto a quello ordinario».

Prosegue il presidente del TdM: «Ricordiamo a tutti che la Day Surgery è trasversale per tutte le attività specialistiche del nostro ospedale: dalla Chirurgia con circa 1000 interventi alla Ginecologia con 500, ad Ortopedia con 900, Otorino e Urologia con 350 interventi ciascuna. Con questi numeri non possiamo tollerare nemmeno che si pensi di chiudere questa attività, che è divenuta una delle eccellenze del nostro ospedale. E quindi faremo fronte unico insieme a sindacati, RSU e Comitato di difesa dell’ospedale per impedire che ciò avvenga».