SANTA MARIA NUOVA – «Faccia a faccia. Poi magari succede davvero, quando meno te lo aspetti. Sei lì tu e lui, lui e te». “Lui” è il maledetto Covid-19, contro cui sta combattendo il sindaco di Santa Maria Nuova Alfredo Cesarini. Lo scrive lui stesso sulla sua pagina Facebook.
Una battaglia che lo vede in trincea assieme alla sua famiglia, ma sostenuto dalla solidarietà dei familiari, dei cittadini, dei sanitari che hanno avviato le cure domiciliari. «Lui è lì ed inizia una battaglia impari contro quel nemico invisibile che non si è accontentato di colpire solo te, ma che ti ha colpito dove ti fa più male: negli affetti più cari – scrive il primo cittadino -; allora lo sconforto ti assale e rischia di sopraffarti: la voce si affievolisce ogni giorno di più, taci, pensi, vivi e non vivi, passi momenti bui, interminabili notti insonni che non finiscono mai, il termometro e l’ossimetro disseminati per tutta casa, diventati improvvisamente gli unici oggetti di culto giornaliero. Una ossessione. Una cosa ho cercato di imparare subito: non mollare mai, altrimenti è solo disperazione. Nella vita di situazioni difficili ne ho dovute superare tante. Questa è una grande prova. Forse la più grande, la più dura, la più imprevedibile. L’unica che non avresti voluto mai vivere e mai far vivere a nessuno. Poi capisci anche la grande fortuna che hai di avere una grande famiglia alle spalle ed allora ti fai coraggio».
Il sindaco Cesarini ringrazia il dottor Mauro Brecciaroli, i medici dell’Usca, quelli dell’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi e tutto il personale ausiliario che sta curando la famiglia con grande professionalità e tutti quelli che stanno manifestando solidarietà.
Nel suo lungo post, Cesarini difende il lavoro di chi fa politica con dovere e onestà, anche intellettuale. «Un mese fa ho avuto l’occasione di vaccinarmi con giustificabili ragioni sanitarie – racconta – ma ho scelto di fare un passo indietro per non essere additato come “privilegiato” o peggio “casta” e quindi aspetterò il mio turno, come ha fatto il presidente Mattarella. Ma io con quella scelta, che rifarei anche oggi, ho messo a rischio la mia salute e forse oggi non sarei qui da solo davanti a questa finestra di una stanza di ospedale, con la stessa immagine fissa da giorni. E raccomando il rispetto delle regole in attesa di poterci vaccinare per tornare liberi».