Jesi-Fabriano

Santiago, la Regione Marche mette a disposizione l’elicottero della Protezione civile

La segreteria del presidente Luca Ceriscioli ha contattato il padre del ragazzo, Marcello Loccioni. Una speranza per il giovane animatore che sarà ricoverato a Torrette

Santiago Loccioni durante un'esibizione con i delfini in un villaggio turistico

JESI – E’ finalmente attivato l’iter per il rimpatrio di Santiago Loccioni, lo jesino 29enne bloccato in Thailandia a seguito della caduta da un ponte alto 8 metri. L’animatore turistico, ricoverato nell’Hospital Nakornping di Chai Mai – la città più grande nel nord della nazione asiatica – rischia la paralisi.

In quella misteriosa caduta dal ponte il ragazzo ha riportato una grave frattura delle vertebre e del bacino. Dovrà essere sottoposto a un terzo intervento chirurgico e soprattutto una lunga riabilitazione. Il padre Marcello, rivoltosi al Tribunale per i diritti del malato di Jesi, è riuscito a muovere le pedine giuste per riportare a casa il suo ragazzo. Lunedì sarà inviata la richiesta di ricovero urgente a Torrette alle autorità sanitarie thailandesi, intanto il Consolato e la Farnesina hanno attivato le procedure per il ritorno in Italia di Santiago.

Il presidente del Tribunale del malato, Pasquale Liguori, aveva scritto una lettera al governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli chiedendogli di intervenire direttamente nella vicenda e di mettere a disposizione un’eliambulanza per il trasferimento del ragazzo, una volta sbarcato a Milano Malpensa, fino ad Ancona, considerando le sue gravi condizioni di salute e le difficoltà che avrebbe incontrato in un viaggio così lungo, difficile e periglioso. «Mi ha contattato questa mattina la segreteria di Ceriscioli – ci spiega Marcello Loccioni, il padre di Santiago – hanno detto che ci metteranno a disposizione un elicottero della Protezione civile per trasportare Santiago da Milano ad Ancona, sollevandolo così dal disagio di altre quattro ore in ambulanza. E’ un bell’aiuto per noi che finora abbiamo ricevuto solo porte in faccia da tutti… se non fosse stato per Pasquale Liguori non so come avrei fatto. Chi cerca di salvare tuo figlio è più importante di chi salva la tua di vita. Con questa storia terribile siamo piombati all’inferno».

Santiago ricoverato a Chiang Mai (immagine messa a disposizione dal fratello Diego)

Ora per aiutare Santiago serve anche proseguire nella raccolta fondi – il fratello Diego aveva avviato un crowfounding per le spese mediche e raccolto 32.600 euro – ma già la metà è stata spesa, perché in Thailandia non esiste la sanità pubblica. «Abbiamo speso 6.500 euro per un intervento chirurgico che poi è andato male – conclude il padre disperato – 3.000 euro per una risonanza magnetica, altri 2.500 euro per il secondo intervento alla testa. Ogni analisi o esame ha un costo. La stessa degenza in ospedale è a carico nostro. Dovremo sostenere i costi degli spostamenti in ambulanza e tutto il resto…io sono senza lavoro, il mio contratto da autista di scuolabus era scaduto e non so come aiutare mio figlio»