JESI – «Grazie, sono stravolto ma grazie davvero a tutti…senza le persone qui presenti oggi, non ce l’avremmo fatta». È emozionato e le parole arrivano a stento, centellinate dalla stanchezza fisica ed emotiva, ma cariche di quella speranza ritrovata che solo un padre in apprensione per il proprio figlio, può provare. Marcello Loccioni ha finalmente tirato quel sospiro di sollievo che tutti gli auguravamo: di riavere accanto il figlio Santiago, bloccato in Thailandia dopo un terribile infortunio il 20 giugno scorso durante un’escursione. Rimasto paralizzato, il ragazzo – 29enne jesino – ha dovuto affrontare tutto da solo, poiché la burocrazia e le normative anti-Covid hanno impedito ai genitori e al fratello Diego di raggiungerlo per stargli accanto. E oltre al dolore, la solitudine e la paura, Santiago ha anche dovuto fare i conti con i costi di un luogo dove non esiste sanità pubblica: ogni esame, per quanto minimo, ogni giorno di degenza, ogni intervento chirurgico sono stati monetizzati a carico della sua famiglia, ridotta alla canna del gas per la perdita di lavoro di Marcello e per il lavoro saltuario di addetta alle pulizie della madre.
Diego, il fratello minore, lancia una raccolta fondi e grazie alla generosità di tanti vengono raccolti 32.000 euro presto esauriti per le spese sanitarie, per i biglietti dei voli aerei poi annullati (ben quattro) e per l’assistenza. Tanti ostacoli, nessun aiuto. Finchè Marcello, in ginocchio, chiede aiuto all’avvocato Corrado Canafoglia – che già si era occupato di un caso analogo – e trova nel legale un sostegno concreto. Tanto che oggi, Santiago è qui, ricoverato al Reparto di Malattie Infettive dell’ospedale regionale di Torrette dove dovrà trascorrere qualche giorno di quarantena essendo arrivato dall’estero in condizioni precarie di salute. Ha già effettuato dei tamponi, che sono risultati negativi. Presto, sarà trasferito al reparto di Neurochirurgia dove inizierà la riabilitazione. Una fase nuova della sua battaglia per tornare quello che era prima.
«L’umore è alto – rassicura il padre – è allegro, ha fatto un buon viaggio in aereo da Bangkok ad Amsterdam e poi a Roma Fiumicino. Io invece ero terrorizzato che quel viaggio fosse troppo difficile per lui. Inizialmente era scoraggiato, depresso, ma era comprensibile, stava bloccato in Thailandia ed era solo. Adesso la sua famiglia gli è accanto, con la madre ci alterniamo per le notti… Appena arrivato a Torrette ha fatto una Tac che ha evidenziato come l’intervento chirurgico cui si è sottoposto in Thailandia sia stato eccellente, meno male. Gli hanno messo un busto d’acciaio che ha tenuto per tre giorni e mezzo, ora sostituito con un collarino rigido. Adesso dovrà fare una risonanza magnetica. È ancora immobile a letto, ha sensibilità ma non riesce a muovere braccia e gambe, ha solo degli spasmi improvvisi. I medici non si sono ancora pronunciati…la strada è lunga ancora, ma speriamo con la riabilitazione di rimetterlo in piedi e in un pieno recupero».
Dispensa i grazie, Marcello. E si rivolge con commozione all’avvocato Canafoglia, all’assessore alla sanità del Comune Maria Luisa Quaglieri, al sindaco Massimo Bacci e al direttore della Caritas Diocesana Marco D’Aurizio. «Fondamentale è stata la grande risonanza mediatica – spiega Canafoglia – nonostante Santiago sia residente a Lugano (si trovava in Thailandia per lavoro, essendo animatore turistico ndr.) gli svizzeri si sono comportati male. La compagnia aerea Swiss Air – cui sono stati pagati trasporto e biglietti per i tre voli fissati e poi annullati all’ultimo minuto – ci ha fatto perdere un sacco di tempo, preziosissimo per la salute di Santiago. I costi dei voli, sostenuti con grande difficoltà dal padre, oltretutto devono ancora essere rimborsati. Stesso comportamento dicasi per il popolo del sorriso, i thailandesi, che non hanno mostrato alcuna elasticità in una situazione tanto delicata. Abbiamo invece trovato aiuto e serietà nella compagnia olandese Klm che ha permesso questo spostamento con tutte le accortezze necessarie».
Si è creato insomma un vero cordone umanitario per aiutare la famiglia Loccioni, in cui ruolo molto importante ha avuto il sindaco Massimo Bacci. «L’unico politico che ci ha ascoltato e aiutato», sottolineano Marcello Loccioni e l’avvocato Canafoglia. C’è stata grande collaborazione con il capo della Cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Bangkok Giovanni Poggiani, con il corpo diplomatico italiano in Olanda. Ringraziamenti sono stati rivolti anche al dottor Roberto Triggiani primario del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Torrette che si è relazionato con l’ospedale thailandese e al medico Mario Giusti che volontariamente ha prestato assistenza e ha accompagnato Santiago nel trasferimento da Roma ad Ancona.
«Il nostro ruolo ci obbliga a dare supporto ai concittadini – dice il sindaco Bacci – sono contento che la vicenda si sia risolta, va dato atto al padre Marcello una grandissima determinazione per riportare suo figlio in Italia. Non è trascurabile l’aspetto economico di questa vicenda (la famiglia ha già speso 45.000 euro), valuteremo una soluzione opportuna per aiutarlo». Prezioso anche l’aiuto dell’assessore Marialuisa Quaglieri. «Prima le persone, sempre. Per me è così. Ringrazio tanto l’Asur che ha fatto un grandissimo lavoro: Santiago è in buone mani con la Sanità pubblica di Torrette». Grazie alla disponibilità della Caritas diocesana è stato possibile dare accoglienza all’assistente che ha accompagnato Santiago e che ora alloggia in uno degli appartamentini di viale Papa Giovanni XXIII. Resterà lì fino al rimpatrio, così da svincolare Marcello che potrà dedicarsi completamente all’assistenza in ospedale del figlio.