SASSOFERRATO – Incontro del “Comitato Monte Strega” con il sindaco di Sassoferrato Maurizio Greci e con Alioscia Sartarelli, funzionario dell’Ufficio Tecnico Comunale. «Stigmatizzato il silenzio prolungato dell’Amministrazione sui progetti di fotovoltaico a terra (“Sassoferrato 1” e “Sassoferrato 2”) di cui erano a conoscenza», ribadiscono dal Comitato di cittadini. Ma c’è di più. «Su richiesta del Comitato, il Sindaco e il funzionario hanno dovuto ammettere che è stata rilasciata, circa due anni fa, un’autorizzazione per un’altra installazione di fotovoltaico per circa tre ettari di suolo, della proprietà o ex-proprietà Dolciotti, che avrà una potenza di quasi 3 MW. Il progetto è di un’altra Società, Solar Italy, che sta già operando per l’inizio dei lavori. Non essendone minimamente a conoscenza, il Comitato ha fatto richiesta di accesso agli atti di questo nuovo fronte dello scempio, sul quale, colpevolmente, è regnato – anche qui – il più assoluto silenzio». Lanciata una raccolta firme che ha raggiunto quota mille e che proseguirà.
La situazione
Il Comitato Monte Strega si è costituito per produrre un’opera di conoscenza e di sensibilizzazione presso la cittadinanza sentinate su quanto sta avvenendo. «Dieci-dodici ettari di fotovoltaico a terra, a ridosso del Monte Strega, costituiscono un vero e proprio stravolgimento del paesaggio e di tutti gli eco-sistemi in uno dei “Borghi più belli d’Italia”, tale è Sassoferrato, e contravvengono ad una scelta che sul territorio, nelle alte Marche, si è fatta da tempo: nuove coltivazioni biologiche in agricoltura, turismo d’ambiente, tutela del paesaggio. Il Comitato chiede al Sindaco di Sassoferrato che, nell’interesse della comunità, esprima la propria ferma contrarietà, la metta per iscritto e la porti all’attenzione della Conferenza dei Servizi. Che si opponga ad uno scempio del paesaggio e del territorio. L’ultima cosa che dovremmo fare è aprire ora una ferita gravissima, in un’area che ha dovuto già affrontare le dannose conseguenze dell’alluvione, e farlo, peraltro, con l’utilizzo di una tecnologia che tra qualche anno mostrerà la sua obsolescenza, quando il danno sarà stato fatto per decenni e non potremo più tornare indietro, condizionando la vita delle giovani generazioni che rimarranno a vivere nell’entroterra anconetano al confine con l’Umbria. L’incontro si è concluso con la ribadita posizione da parte degli aderenti al Comitato. «Si alle FER (Fonti di Energia Rinnovabile), ma quando non distruggono il paesaggio – sono possibili altre modalità per creare energia rinnovabile – e se apportano dei vantaggi alle Comunità. In questo caso non si intravvede alcun vantaggio – tranne la risibile tassa Imu di mille euro ad ettaro- e ci troviamo di fronte ad una vera e propria speculazione di pochi che ne trarranno grandi benefici», concludono.