MONSANO – L’antico rito dello Scacciamarzo ha acceso il centro di Monsano.
Una marea di bambini, provenienti anche dai vicini comuni di Jesi e Falconara, si sono uniti agli amici di Monsano per portare casa per casa l’antico rito di questua. «A Monsano, finalmente lo Scacciamarzo è ritornato “spinto” dalla gioia e dalla “forza” di tutti i bambini, che si sono inventati una infinità di strumenti riciclati per fare rumore, urlare e scacciare con barattoli, campanacci, vecchie pentole, fischietti, tamburi il “male” (l’inverno) e propiziare il “bene” (la primavera risorgente) – spiega Gastone Petrucci – Un grazie a tutti i bambini, ai loro rispettivi insegnanti di Monsano, della Collodi di Jesi, della scuola Giulio Cesare di Falconara, i bambini del Gruppo maceratese dei “Pistacoppi” e la straordinaria Ecoband di Falconara che ha guidato e dato il ritmo al numerosissimo corteo».
Lo Scacciamarzo è un antico canto rituale di questua che ha come protagonisti i bambini: da anni la manifestazione travolge festosamente Monsano, dove i bambini attraversano le vie del centro bussando di porta in porta per ricevere doni in cambio del canto augurale. Nei cestini della questua finiscono soprattutto le uova, alla base della ciambella marchigiana. Maledizioni cantate, vengono rivolte a chi non lascia niente in dono. L’origine de canto è magico-pagana, ha lo scopo di scacciare il male e salutare il bene. A Monsano la manifestazione è a cura del Centro Tradizioni Popolari, il Comune di Monsano, in collaborazione con La Macina, la locale Sezione dell’Avis, il Gruppo Protezione Civile e con il patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ancona.