JESI – Sarà aperto alle visite guidate il cantiere di piazza Colocci che sta rivelando, mettendola alla luce, la Jesi medievale, quella di Federico II.
Con tre passi si va indietro di mille anni. E in tanti sono curiosi di vedere più da vicino. Saranno accontentati. Il sopralluogo odierno del soprintendente archeologico, belle arti e paesaggio delle Marche, architetto Carlo Birrozzi, è servito per fare il punto della situazione: deciso, comunque, il proseguimento degli scavi con ulteriori saggi.
«Vale sicuramente la pena continuare – ha detto alla fine il sindaco Massimo Bacci – e proseguire nelle verifiche. Se, come sembra, tutto verrà poi reinterrato dovremo anche preoccuarci, grazie alle moderne tecnologie, di lasciare traccia virtuale nel nostro nuovo museo archeologico».
«Da quanto sta emergendo – ha rilevato Birrozzi – è chiara la volontà della città di rinnovarsi profondamente dalla metà del Quattrocento e di imporsi come leader di questa parte della regione. Quindi, dovremo arrivare anche a capire quale parte è quella risalente a Federico II ma ci siamo, visto che siamo a “quota” XI secolo. Una molla interessante: stiamo riscoprendo la città nella quale è nato il grande Imperatore».
E non bisognerà andare più a fondo negli scavi «perché quello che stiamo trovando è molto prossimo alla parte successiva all’epoca romana. Avevo già avuto modo di visionare le foto, oggi mi è stata confermata la grande importanza di questo scavo dentro la città».
Coprire o non coprire, poi, quanto è emerso? Il soprintendente non ha dubbi, al proposito perchè, afferma, «l’importante è prima capire. Poi decideremo insieme che cosa fare. La gestione di questi scavi, soprattutto in ambito urbano, è molto complessa e generalmente è meglio avere integra l’ultima parte della città pur conservando la memoria di quello che c’era. La ricostruzione virtuale la potremo sicuramente fare».
Per quanto riguarda i lavori di riqualificazione, l’assessore ai lavori pubblici, Roberto Renzi ha sottolineato che «con la Soprintendenza studieremo le modalità necessarie per poter procedere attraverso un crono programma, una scaletta delle attività da mettere in campo».
L’assessore alla cultura, Luca Butini: «Scendendo due gradini si arriva a quello che era il piano di calpestio dei due edifici che si intravedono e che hanno destato tanto interesse. I cittadini si soffermano a osservare in continuazione il procedere degli scavi. Dovranno avere la pazienza di consentire un ulteriore approfondimento dei lavori e avranno il piacere di entrare nel cantiere perché organizzeremo visite guidate con tutte le condizioni di sicurezza».
Tra i presenti al sopralluogo, anche Raffaella Ciuccarelli, ispettrice di zona della Soprintendenza, che ha illustrato gli scavi insieme a Matteo Tadolti, presidente della cooperativa Abaco che ne segue tutto l’andamento, e Francesca Sorbatti, dirigente dell’area servizi tecnici del Comune.
Alcuni momenti del sopralluogo dell’architetto Carlo Birrozzi, questa mattina (19 luglio) nel cantiere di Palazzo della Signoria