Jesi-Fabriano

Sciopero metalmeccanici: presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento di Melano a Fabriano

Pullini (Fiom): «È necessario difendere i salari e riconoscerne la difesa del potere di acquisto proprio per far ripartire il mercato interno, così come diventa fondamentale mettere degli argini alla precarietà del lavoro»

Presidio lavoratori davanti al sito di Melano della Beko Europe a Fabriano

FABRIANO – Altissima l’adesione allo sciopero nazionale del comparto dei metalmeccanici nelle fabbriche del distretto di Fabriano per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale e indetto da fim-Fiom-Uilm. Il presidio fabrianese si è svolto questa mattina a partire dalle 5:30 davanti lo stabilimento di Melano della Beko Europe. I lavoratori si sono ritrovati insieme ai rappresentanti sindacali di categoria per ribadire la piattaforma di richieste rivolte a Federmeccanica.

La dichiarazione

«È necessario difendere i salari e riconoscerne la difesa del potere di acquisto proprio per far ripartire il mercato interno, in costante contrazione da ormai quasi due anni, così come diventa fondamentale mettere degli argini alla precarietà del lavoro, che non permette alle persone di progettarsi un futuro», le parole del componente della segreteria della Fiom, nonché responsabile per il distretto economico-produttivo di Fabriano, Pierpaolo Pullini.

«L’atteggiamento di Federmeccanica è arrogante e prepotente: presentare una contro piattaforma e non voler confrontarsi su quella votata dalle persone che lavorano, significa voler mettere in discussione l’esistenza stessa del Contratto nazionale. La riduzione di orario di lavoro diventa oggi più che mai uno strumento fondamentale anche per difendere i livelli occupazionali: lavorare meno e lavorare tutti, redistribuendo la produttività anche sotto forma di orario e non solo come dividendi agli azionisti ed ai manager». Ciò potrebbe essere uno strumento straordinario «anche per ridurre il numero di esuberi in una vertenza come quella della Beko e per difendere l’occupazione in un settore in crisi come quello dell’elettrodomestico».

Secondo Pullini, «ancora una volta le lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici sono pronti a farsi carico dei problemi del Paese, ad avanzare le proprie proposte e a difendere il Lavoro e la Democrazia. Salario, diritti e riduzione orario di lavoro per una società più giusta e più equa, che riporti al centro la condizione di vita delle persone che lavorano e non solo gli interessi di fondi e azionisti, dentro logiche predatorie che vogliono il lavoro sempre più povero e precario» conclude.