JESI – «Scuola…non solo muri e banchi». Sono gli insegnanti della primaria Martiri della Libertà a prendere posizione sulla annosa vicenda della scuola di via Asiago, da due anni alle prese con lavori di ristrutturazione attualmente fermi e in cerca per il prossimo anno didattico almeno di una sede temporanea unica per le dieci classi attualmente suddivise fra tre plessi in altrettante zone della città (la Perchi a Minonna, la Mazzini al Prato, la Federico II a San Savino).
Soluzione individuata al momento dal Comune, quella di utilizzare contemporaneamente da settembre prossimo – se si potrà già tornare in classe- gli spazi liberi della primaria Mestica e quelli del vicino Palazzo Carotti (ex tribunale), in via Posterma, cuore del centro storico a due passi da Piazza Federico II. Ipotesi che il Comune, presenti il sindaco Massimo Bacci e gli assessori Marisa Campanelli e Roberto Renzi, ha illustrato in un incontro al dirigente scolastico Gilberto Rossi e ad una rappresentanza del personale della primaria e dei genitori di alunne e alunni.
«Quella che punta su Palazzo Carotti e sul Mestica- precisa l’assessora ai servizi educativi e scolastici Marisa Campanelli– è la soluzione individuata dal Comune. Ma la scelta non può ancora essere definitiva, dato che occorre prima il consenso della dirigente scolastica competente all’utilizzo del Mestica e che questo non potrà, in ogni caso, giungere prima che vengano chiarite con precisione le linee guida secondo le quali si potrà tornare a scuola per il nuovo anno. È un presupposto fondamentale per comprendere l’idoneità degli spazi per tutti». Intanto però sono gli insegnanti a intervenire, esprimendo «numerose perplessità» in merito a tale ipotesi.
«La ormai nota situazione della scuola primaria Martiri della Libertà (sede di via Asiago attualmente in fase di ristrutturazione e dieci classi sistemate su tre plessi dell’IC Federico II) richiede ormai una presa di posizione pubblica da parte degli insegnanti che fino ad ora hanno collaborato con l’Amministrazione nel cercare una soluzione idonea per conciliare le esigenze di sicurezza con quelle didattiche. Per due anni è stata garantito con professionalità lo svolgimento regolare delle attività scolastiche con particolare attenzione alla qualità dell’insegnamento, all’inclusione degli alunni e alla realizzazione di progetti sul territorio, nonostante le oggettive difficoltà di spostamento su tre plessi. Dopo aver dimostrato creatività e flessibilità nello sfruttare ogni piccolo spazio disponibile (anche corridoi e mense) per continuare a garantire il diritto allo studio ai nostri alunni, ora pensiamo di esprimere le nostre numerose perplessità sulla nuova proposta dell’Amministrazione Comunale di collocare la scuola tra il plesso della scuola Mestica e il palazzo Carotti (ex tribunale)».
«La prima- spiegano gli insegnanti- è relativa all’idoneità dell’antico palazzo Carotti ad ospitare una scuola primaria in quanto, anche se recentemente ristrutturato, la sua vulnerabilità sismica è probabile ed in più l’edificio è sottoposto a vincoli di tutela della Soprintendenza alle Belle Arti. Anche solo la metà degli alunni (100 del tempo modulare più gli insegnanti e collaboratori scolastici) avrebbe a disposizione 4 servizi igienici assolutamente insufficienti a garantire la sicurezza sanitaria sia in tempi normali che a maggior ragione durante l’emergenza COVID19. Le scale richiedono un adeguamento dei parapetti e la presenza di alcuni bambini diversamente abili richiede un accesso facilitato e condizioni dignitose di assistenza e cura. Inoltre non è possibile appendere materiale didattico e lavagne interattive alle pareti. Questo condiziona fortemente l’efficacia dell’insegnamento che deve essere inclusivo, laboratoriale e non monocanale (ci è stato detto, da chi non insegna, che si può fare a meno di tutto ciò, bastano muri e banchi!)».
«Il secondo ordine di problemi- proseguono- coinvolge altri istituti della città. Le scuole dell’IC Federico II che fino ad ora ci hanno generosamente ospitato ed accolto, hanno bisogno degli spazi prestati alla scuola Martiri, non solo per laboratori e attività didattiche ordinarie rispondenti alle necessità della propria offerta formativa, ma ancora più per far fronte alle disposizioni di distanziamento fisico che dovranno mettere in atto da settembre. Lo stesso dicasi per la scuola Mestica che dovrebbe ospitare i 120 alunni del tempo pieno nel caso in cui il Comune, come annunciato, costringesse i Dirigenti Scolastici a tale soluzione “provvisoria” (come minimo 2 anni visto il contenzioso con la ditta incaricata dei lavori di via Asiago)».
«Ma la più grande perplessità dei docenti- è la conclusione- deriva dall’immagine avvilente che risulta da questa vicenda: una scuola gestita sempre in emergenza senza una progettualità a lungo termine dove la qualità dell’insegnamento viene affidata solo alla buona volontà e all’adattabilità degli insegnanti, dove il diritto dei nostri alunni ad avere spazi sicuri, belli, funzionali all’apprendimento viene calpestato in nome della non sostenibilità economica o dell’indifferenza sociale che delega l’educazione dei cittadini senza farsene mai carico seriamente. Per non parlare del rischio che la scuola Martiri della Libertà scompaia del tutto creando un vuoto tragico nel tessuto sociale del territorio in cui ha svolto per quarant’anni un ruolo fondamentale di inclusione, accoglienza e crescita delle bambine e bambini che l’hanno frequentata».