JESI – Scuole e asili chiusi fino al prossimo 15 marzo. Con possibilità di ulteriore proroga se i contagi continueranno a salire. Figli a casa, quindi, con indubbie difficoltà per i genitori di gestire la situazione. Ma c’è chi è convinto che questo sacrificio possa fornire un’opportunità.
«Cari genitori – scrive il vicesindaco e assessore alla cultura, Luca Butini, medico a Torrette -. I vostri figli non andranno a scuola per qualche settimana. È una delle misure adottate per cercare di diminuire la trasmissione del Coronavirus SARS-Cov-2. Questo sacrificio, perché di sacrificio si tratta viste le implicazioni in termini di disagi organizzativi ed economici per le famiglie ed anche per la sospensione delle attività educative che in qualche modo andranno recuperate, un’opportunità educativa la offre. Far capire ai vostri figli adolescenti l’importanza di alcune rinunce individuali a beneficio della collettività. Se non si va a scuola per evitare l’assembramento è importante non compromettere il risultato assembrandosi in altri modi. Spiegate ai vostri figli il perché di questa scelta, sensibilizzateli ad adeguarsi alle altre istruzioni che prevedono di stare insieme agli amici con qualche attenzione in più. Spiegate la differenza fra una vacanza e quello che sta accadendo ora. Altrimenti questa misura costerà molto ma servirà a poco».
Da un paio di giorni, intanto, si susseguono notizie, non sempre verificate, su casi di coronavirus all’ospedale Carlo Urbani. Probabile che sia così, visto che l’epidemia non ha risparmiato alcuna regione, ma medici e infermieri hanno le competenze necessarie per gestire il problema senza mettere a rischio loro stessi e la comunità. Sulla questione, non a caso, interviene anche il sindaco Massimo Bacci: «Usciamo dalla logica perversa della ricerca ossessiva del malato o del morto di Coronavirus. Le notizie importanti da diffondere sono relative alla conoscenza e alla applicazione dei comportamenti individuali e collettivi. Qui il link sulle disposizioni decise dal Governo: shorturl.at/eBTZ0. Lasciamo ai medici e al personale paramedico il loro compito – che peraltro lo stanno svolgendo molto bene – e pensiamo a quello che possiamo fare noi con azioni responsabili».