Jesi-Fabriano

Sede universitaria di Jesi, Romina Pergolesi (M5S) chiede delucidazioni sulla fine dei corsi

La consigliera regionale pentastellata ha formalizzato un'interpellanza per conoscere il futuro degli studenti a seguito del mancato rinnovo della convenzione fra l'Università di Macerata e la Fondazione Colocci

Romina Pergolesi

JESI – «Quale futuro per gli studenti della sede universitaria distaccata di Jesi?». Romina Pergolesi, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, interpella il presidente Luca Ceriscioli e l’assessorato competente per fare chiarezza sul mancato rinnovo della convenzione fra l’Università di Macerata e la Fondazione Colocci, ente gestore dei corsi di laurea dell’Università di Macerata attivi a Jesi.

L’esponente pentastellata chiede all’esecutivo regionale se si era a conoscenza dei fatti e come ci si muoverà. Inoltre, vuole sapere «se si ritiene opportuno aprire un tavolo di confronto con il Rettore dell’Unimc e le parti interessate, in special modo con le rappresentanze studentesche, affinché si giunga ad una soluzione condivisa e si consenta agli iscritti all’anno accademico 2018/2019 di terminare gli studi presso la Sede distaccata di Jesi». In alternativa, Romina Pergolesi chiede «se è possibile intervenire con eventuali misure incentivanti o sgravi economici agli studenti già iscritti, per compensare il possibile cambio di Sede distaccata».

L’Università di Macerata, evidenzia la consigliera regionale M5S, sembra infatti intenzionata – stando alle notizie di stampa – a spostare la sede distaccata a Civitanova Marche, decretando probabilmente la fine dei corsi universitari UniMC a Jesi. «All’atto dell’apertura delle iscrizioni dei corsi per il primo anno di Giurisprudenza L14 e biennio magistrale risulterebbe che non sia stata data alcuna informazione in merito ad un eventuale spostamento in altra città – sottolinea Pergolesi -. Esso creerebbe notevoli difficoltà agli studenti: più del 50% degli iscritti sono lavoratori di comuni limitrofi all’attuale sede di Jesi. Lo spostamento in altra Provincia arrecherebbe un evidente disagio economico e logistico non preventivato al momento dell’iscrizione all’Università».