SERRA SAN QUIRICO – Dopo il terribile incidente di lunedì scorso a Serra San Quirico, costato la vita a due operaie dell’Elica di Mergo, affogate nel canale Sant’Elena dove era finita la loro auto, sono tante le persone che si sono interrogate sul perché in quel tratto di strada così stretta, insidiosa e vicina al canale, non vi fosse un guard rail di protezione, proprio per evitare incidenti come quello di lunedì. Un guard rail anziché una bassa rete che non serve neppure a impedire a caprioli, volpi e altri animali di cadere nel canale e trovare la morte affogati nelle acque. A spiegare il motivo di questa grave mancanza strutturale è l’amministrazione comunale di Serra San Quirico in una nota ufficiale che arriva dopo qualche giorno dalla tragedia di Cinzia Ceccarelli e Sabina Canafoglia, proprio nel rispetto del lutto che ha colpito le loro famiglie e tutta l’Elica stessa.
«Iniziamo questo comunicato esprimendo il nostro più profondo cordoglio per quanto accaduto lunedì – si legge nella nota – proprio a seguito del grave incidente verificatosi, numerosi cittadini ci chiedono informazioni circa la situazione della cosiddetta strada del canale. Lo scorso anno abbiamo partecipato ad un bando per la progettazione e realizzazione di interventi per il miglioramento della sicurezza stradale con il progetto di messa in sicurezza di tratti della strada comunale denominata Pian delle Vene, in località Serralta, mediante sostituzione di guard rail, a protezione del canale idroelettrico: purtroppo non è stato finanziato, perché nella graduatoria siamo arrivati 155esimi e sono stati invece finanziati soltanto i primi 102 comuni richiedenti. Si tratta del medesimo bando da cui, secondo qualcuno, avremmo già ricevuto i fondi per la messa in sicurezza. Quest’anno abbiamo partecipato a un nuovo bando regionale con lo stesso obiettivo, dato che la Regione non ha fatto lo scorrimento della graduatoria ma ha preferito fare un bando ex novo con finanziamenti sempre per la messa in sicurezza di strade ed altro».
Il progetto presentato richiede 155.000 euro di cui il 30% dovrà essere cofinanziato dal Comune. «La speranza – continua la nota dell’Amministrazione – è appunto questa: che il progetto venga finanziato, altrimenti il Comune non ha i mezzi necessari. Precisiamo che con tale cifra sarà possibile mettere in sicurezza solo i tratti ritenuti più pericolosi: l’intera messa in sicurezza richiederebbe un intervento ben più costoso». La grave ammissione del Comune tiene comunque conto di un altro aspetto fondamentale: «tra l’altro riteniamo che debba essere Enel a preoccuparsi della protezione e della sicurezza del proprio canale, non solo con le reti, adatte per i pedoni e gli animali, ma anche con protezioni adeguate per i veicoli – continua il Comune – questo perché la pericolosità della strada è dovuta alla presenza di acqua nel canale e perché l’esistenza stessa del canale è a vantaggio ed interesse di Enel. Purtroppo solleciti verbali e scritti del Comune ad Enel hanno portato solo ad interventi sulle recinzioni nel 2018 ed a promesse non mantenute su installazioni di segnaletica di pericolo e guardrail nei tratti più pericolosi. Questo – conclude il comunicato dell’Amministrazione – ci ha costretti ad inviare una lettera di diffida ad Enel nel novembre 2019, seguita da ulteriori solleciti, e parallelamente a partecipare ai bandi».